giovedì, 28 Marzo 2024

Le Vie dei Tesori, ecco i luoghi aperti a Carini e Cefalù

Abbracciano Palermo con la loro bellezza: da un lato Carini dall’altro Cefalù, due cittadine molto diverse per storia e tradizioni. Qui il festival Le Vie dei Tesori ritorna da sabato, e per tre weekend.

A Carini non si possono perdere chiese e oratori, che sono tutti un merletto di stucco come quelli del Santissimo Sacramento, oppure i preziosismi rococò e i festoni dorati della chiesa degli Agonizzanti, vero colpo d’occhio; la chiesa delle Anime Sante, la prima Matrice, colma di stucchi; o Maria Santissima del Rosario dove sono stati recuperati e gli affreschi settecenteschi. Nel segno dei La Grua si visiterà il Castello della famosa baronessa, ma anche l’ex convento dei Carmelitani dove sono sia la Biblioteca che il museo civico con l’Archivio dello spettacolo mediterraneo. Poco lontano ecco la catacomba paleocristiana di Villagrazia, il cimitero sotterraneo più esteso della Sicilia occidentale. Una sola esperienza, ma straordinaria: nella chiesa di San Vincenzo si potrà ascoltare (e capire il funzionamento nei dettagli) uno dei pochissimi organi “bandistici” di Francesco La Grassa, ovvero con i registri tipici delle bande musicali.

A Cefalù si parte dalla semplice facciata di Santa Maria al Borgo che nasconde inattesi interni sontuosi e un bellissimo ciclo di affreschi del ‘600; e dalla chiesa del convento di San Francesco, del XIII secolo, che ospita una Madonna con Bambino, attribuita a Domenico Gagini. Sarà un’occasione visitare la chiesa della SS. Trinità del XV secolo, alle pendici della Rocca: ha un pavimento in “lumachella” e l’altare in pietra di Trani donato da Renzo Piano: la lastra è un lapislazzulo afghano, tagliato in modo che le venature formano una Croce. Il Museo Mandralisca mostrerà il laboratorio dell’Officina artistica Roncisvalle di pupi siciliani. Sotto il parco urbano della Rocca, si trovano le testimonianze della Cefalù antica e medievale; e, nella Corte delle Stelle, i resti di una strada di epoca ellenistico-romana. Due artisti aprono i loro studi: Roberto Giacchino accoglierà nella sua bottega tra sculture in legno d’ulivo e in pietra. E il pittore Giuseppe Forte inviterà il pubblico a colorare scorci di Cefalù.

 

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