La sospensione dei visti turistici per i cittadini russi avrà una ricaduta economica negativa anche per la Sicilia. I timori degli operatori sono contenuti in una la lettera aperta firmata da 15 tour operator italiani impegnati nei mercati turistici di lingua russa, di cui ben tre sono siciliani: si tratta di Alfio La Ferla della Bts Tourism e Travel di Palermo; Olga Sedegova della Elegant Tour di Messina; e Nino Caronia della Norma Vacanze di Palermo.
“In questi giorni – spiega Alfio La Ferla, amministratore della Bts – insieme agli altri Tour Operator italiani tradizionalmente impegnati nel mercato turistico russo abbiamo stilato una Lettera Aperta che è un allarme rivolto alle istituzioni italiane ed europee. La recente decisione dei Ministri degli Esteri europei di uscire dal Trattato con la Russia sul rilascio reciproco dei visti turistici è, infatti, inutile e dannosissima.
È inutile ai fini di dissuadere la Russia dalla sua assurda guerra in Ucraina: accomunare l’intera popolazione alle scelte del suo Governo non serve mai a nulla e, in questo caso specifico, anzi limita la possibilità di movimento a quei cittadini russi che in Europa avrebbero potuto leggere e ascoltare le opinioni occidentali censurate nel loro Paese.
Ed è, invece, una decisione molto dannosa perché, da un lato non provocherà alcun danno all’economia russa, mentre dall’altro sarà un vero disastro per gli operatori turistici e alberghieri italiani ed europei che vedranno interrotti anche quei residui flussi turistici russi che continuavano ad arrivare.
Al contrario favorirà ancora di più le destinazioni turistiche mediterranee concorrenti alla nostra (con in testa Turchia ed Egitto) e asiatiche che stanno già facendo affari d’oro coi turisti russi che non possono venire già ora in Europa a causa del blocco dei voli diretti.
Stiamo, cioè, buttando al macero decenni di investimenti pubblici e privati e di know-how commerciale, nonché decine di migliaia di posti lavori altamente qualificati senza alcun motivo. Oltretutto dall’altro non c’è neanche l’ombra di un aiuto dallo Stato o dall’Europa per le nostre aziende e per i nostri dipendenti. È uno scandalo!”.