"Mi è dispiaciuto aver dovuto dire di no, era una delle cose più belle che avrei potuto fare nella mia vita, ma la mia storia e la mia coerenza non mi hanno permesso di farlo". Così il mecenate Antonio Presti spiega il suo no all'ingresso nella giunta del governatore della Sicilia.
"E' una scelta etica e politica – osserva Presti – dovevo entrare nella Regione siciliana dove non sono stato sempre accettato. E' vero che ci ho pensato, ma quando è venuto fuori il senso etico e quando mi sono reso conto che il mio nome poteva essere strumentale a certi commenti ho ritenuto necessario rimarcare la mia distanza da questo potere che da 30 mi è estraneo. Si era fatto confusione – aggiunge il mecenate – anche per certi giovani giornalisti, che non conoscono le storie che scrivono. Oggi ho fatto chiarezza. Spero che la mia testimonianza sia un esempio di coerenza, che dedico a tutti i giovani. Per me tutto continua come prima, il mio impegno nella Fondazione a Tusa e a Librino". Su Michela Stancheris, che è stata nominata assessore al Turismo, per il quale era stato indicato, Presti dice di "avere una grande stima", perché "ha una bella testa, è molto contemporanea e capisce la sicilianità".
E alla fine Crocetta ha chiesto scusa a Presti. "Mi aveva irritato molto – sottolinea – e aveva irritato molto anche Antonio il riferimento alla nostra amicizia come se io potessi fare una scelta di questo genere privilegiandolo per i nostri rapporti personali. Ma questa è una Sicilia vecchia. Antonio Presti è uno dei più importanti artisti del mondo. Ci siamo sentiti anche oggi ma quando senti il fastidio di una persona che nella vita vuole fare altro, non puoi forzare. Voi ve lo immaginate Dalì (Salvador, ndr) assessore? Avete visto com'è finita con Battiato? Antonio sarà comunque utile alla nostra giunta. Chiedo scusa ad Antonio a nome di quella politica che lo ha attaccato".