”Noi che siamo i custodi del più grande patrimonio artistico e storico del mondo dovremmo preoccuparci 'preventivamente' della salvaguardia dei beni culturali, non soltanto attuando o pianificando interventi al verificarsi degli eventi, ma ponendo le basi perché le calamità, che poi sono in gran parte assolutamente prevedibili, non possano arrecare danno ai beni culturali stessi. E questa buona pratica dovremmo esportarla”. È quanto ha affermato Franco Gabrielli, responsabile della Protezione civile, durante la presentazione dell'allestimento 'antialluvione' delle opere del complesso museale di Santa Croce a Firenze.
I capolavori accolti in Santa Croce, a partire dal Cristo Crocifisso di Cimabue, uno dei grandi ex 'feriti' dell'alluvione del '66, sono stati ricollocati in un nuovo percorso per garantirne la sicurezza in caso di nuovi disastri. “Che la zona di Santa Croce fosse una zona depressa della città e quindi sottoposta ad alluvioni, credo appartenga alla storia di questo prezioso gioiello artistico nazionale – ha aggiunto – quindi l'intelligenza di chi ha messo in piedi questo tipo di intervento sta non tanto nel predisporre gli interventi perché nel giro di alcune ore le opere siano messe in sicurezza, ma mettendole in sicurezza ben prima, in una condizione di permanente sicurezza. Questo è il messaggio più importante – ha concluso – e soprattutto è importante come questo messaggio possa far scuola per tutte le altre, innumerevoli e preziose opere d'arte che abbiamo in Italia”.