lunedì, 23 Dicembre 2024

Delibera Nardella su affitti brevi, AIGAB: viola i diritti dei proprietari

“Non saranno certo l’aumento del numero delle abitazioni disponibili per il 4+4 o per gli studenti ed il centro storico non si ripopolerà improvvisamente di residenti che faranno sparire i fiumi di turisti – quelli sì mordi e fuggi – letteralmente sversati da pullman che ogni giorno arrivano a Firenze da città limitrofe in cui dormono turisti che rendono impraticabili le strade della città senza nemmeno pagare la tassa di soggiorno. E non dimentichiamo le crociere che fanno scalo a Livorno e portano turisti in città per poche ore.
I veri effetti della Delibera liberticida voluta dal Sindaco come lascito ai fiorentini, un provvedimento impugnabile che viola i diritti dei proprietari e dei gestori, saranno piuttosto uno stabile incremento di prezzi sia degli hotel che degli affitti brevi già attivi nel centro storico.
Poi, un incremento degli immobili destinati agli affitti brevi nelle periferie ben collegate dai mezzi”. Ad affermarlo i vertici dell’AIGAB a seguito della delibera sullos top alla nascita di nuovi Airbnb nell’area Unesco del centro storico di Firenze (leggi la news).

“Ed è davvero paradossale che la restrizione ipotizzata andrà nella direzione opposta a quella dichiarata. Infatti, immobili che oggi non sono appetibili, o lo sono poco, per il mercato del breve, grazie alle restrizioni e agli aumenti dei prezzi del centro, lo diventeranno. Dove oggi conviene affittare a studenti e famiglie potrebbe diventare interessante affittare a breve. Anche perché gli affitti agli studenti hanno il pregio di non essere soggetti a insolvenza e a grandi investimenti iniziali, ma le case sono sottoposte ad usura importante e a problematiche di rumore con i condomini. Il grande problema degli affitti 4+4, poi, è il tasso di insolvenza catastrofico (il 24% degli inquilini è moroso) che genera ansia ai proprietari costretti a pagare spese legali e tasse anche sui canoni non percepiti, in media per 24/36 mesi.

I 14mila immobili citati dal Sindaco sono le richieste di CIR istruite dai proprietari presso il Comune, proprio a causa del timore di non poter più fare affitti brevi con il proprio immobile. Basti pensare che le richieste erano 9mila al 1° giugno. Quindi non parliamo di case online, ma di richieste di poter avere accesso ad uno strumento, per molti un modo di non veder depauperata la propria casa perché dopo la delibera non ci sarà più spazio per nuovi Airbnb.

Secondo il sito Inside Airbnb (nato per combattere il fenomeno e talmente ideologico che tende a sovrastimare i dati) gli annunci online nell’intero comune sono 12.308, 5.507 se si guardano i soli immobili che hanno preso almeno una prenotazione negli ultimi 12 mesi. Se si restringe la ricerca al solo centro storico, scendiamo a 9.905 annunci, di cui 4.329 che effettivamente vengono affittati. A fronte di questi numeri, su un totale di oltre 177mila abitazioni nel comune di Firenze, ci sono circa 38.500 immobili affittati 4+4 e 26.400 case sfitte (dati ISTAT). Da notare, peraltro, che il numero di annunci è aumentato in modo esponenziale dal momento della minaccia di restrizioni da parte del sindaco. Per riportare i numeri in % sul totale gli affitti lunghi pesano il 21,7% (in piena media con le grandi città italiane), gli immobili vuoti sono il 14,9% (un po’ più della media che si ferma al 14,4%), mentre gli affitti brevi pesano per meno del 3%.

Un altro effetto non banale riguarda il valore del patrimonio immobiliare: le misure introdotte da Nardella causano una distorsione del valore degli immobili per cui, quelli già online vedranno il loro valore crescere in modo consistente, quelli abitati diminuiranno di prezzo e rimarranno appetibili solo per chi vorrà abitarci; quindi, nel futuro saranno destinati ad una diminuzione, come tutto il patrimonio immobiliare vetusto.

Respingiamo con indignazione il concetto di ‘rendita parassitaria’ su cui tanto insiste il Sindaco di Firenze che dimentica che anche i proprietari delle case del centro storico sono cittadini come gli altri. Chi possiede immobili li ha ereditati o acquistati. La proprietà privata è garantita dalla Costituzione e non è stato dimostrato un superiore interesse generale che consenta un esproprio parziale di un diritto. Ammesso che tante delle sciocchezze che vengono utilizzate contro gli affitti brevi siano vere (ad esempio il fatto che nei condomini con molti affitti brevi le fosse settiche siano sforzate, come se i turisti andassero in bagno più dei residenti, a parità di capienza!) l’interesse soggettivo di un condomino ad una presunta tranquillità non può prevaricare il diritto di proprietà. Nel caso di comportamenti maleducati da parte di inquilini, le forze dell’ordine dovrebbero intervenire tanto quanto fanno con studenti, inquilini tradizionali o vicini rumorosi.

Troviamo infine gravissimo l’assunto secondo cui sia la politica a pensare di poter decidere a chi le famiglie italiane possano affittare le loro case, a che prezzi e per quanto tempo.
Possiamo concordare che gli studenti fuori sede abbiano diritto ad abitazioni dignitose, ma non a scapito dei proprietari. Possiamo concordare che chi ha bisogno di una casa 4+4 debba potervi accedere, con il supporto del pubblico, però, non a costo dei privati. Possiamo comprendere che i vicinati siano infastiditi dai turisti. Qui il problema è più complesso e non può essere ristretto alla lotta agli affitti brevi.
Le città cambiano, la loro natura evolve. Firenze è stata un grande centro di arte e cultura nel passato. Oggi la sua vocazione è turistica, questa è la sua industria. E come tutte le industrie porta reddito, lavoro, indotto e cambiamento. Le Associazioni di proprietari di casa e di gestori professionali si opporranno, Costituzione alla mano, a misure demagogiche che non risolvono i problemi strutturali della città e penalizzano categorie di cittadini”, conclude AIGAB.

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