Merano: i 170 anni dell’Azienda di Soggiorno, pioniera del turismo
20 Novembre 2025, 11:33
Photo credits @ Palais Mamming Museum-Müller Wilhelm
Oggi il turismo è uno dei mercati trainanti del terzo settore, ma non è sempre stato così: a metà Ottocento, fra i pionieri dell’ospitalità, all’epoca c’era una piccola località fra le Alpi: Merano.
Era il 1855 quando venne fondata l’Azienda di Soggiorno, che in questi mesi ha celebrato i 170 anni della sua attività. La nascita di un’accoglienza organizzata, un ente turistico strutturato, il primo nel Tirolo storico, fra i primi in Italia e in Europa. Un’organizzazione dedicata al turismo fra le più longeve, con diciassette decenni consecutivi di operatività.
Nata in un’epoca in cui la città si affacciava al panorama del turismo termale, l’Azienda di Soggiorno ha saputo cogliere la trasformazione del paesaggio alpino in destinazione per la cura del benessere. La sinergia tra turismo, salute e cultura – ancora oggi distintiva di Merano – è diventata un modello vincente su cui si è costruita la sua notorietà internazionale.
Nel XIX secolo, Merano – dopo tempi di marginalità seguiti al trasferimento della residenza asburgica a Innsbruck – iniziò la sua rinascita. Il clima mite, la posizione tra Alpi e Mediterraneo, e la crescente attenzione al benessere attirarono i primi viaggiatori in cerca di sollievo, in particolare malati di tubercolosi. Le cure climatiche, tra cui la celebre cura dell’uva, divennero sinonimo della Merano termale. Nel 1855 fu ufficialmente fondata l’Azienda di Soggiorno grazie alla visione di personalità come il medico Franz Tappeiner e il sindaco Josef Valentin Haller.
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, Merano visse la sua età dell’oro. L’arrivo della ferrovia nel 1881, l’apertura del primo Kurhaus (1874), del Teatro Puccini (1900), del nuovo Ospedale (1905) e del Kursaal (1914) segnano tappe decisive.
L’Azienda di Soggiorno si affermò così come guida della crescita della città., con un’idea di benessere che includeva non solo la salute del corpo, ma anche l’arricchimento dello spirito. Non sorprende, quindi, che la città accogliesse comunità russe, anglicane, protestanti e israelitiche in un clima di tolleranza e cosmopolitismo.