“Una parte della stagione turistica è compromessa. È stimata una riduzione di quasi il 40% nella regione, è tantissimo”. Ad affermarlo Catiuscia Marini, presidente dell’Umbria.
“L’Umbria conta quasi 6 milioni di presenze, nel 2016 avevamo recuperato la crisi precedente. Dal 24 agosto avevamo perso turisti ma prima del 30 ottobre avevamo già recuperato tanto che la Valnerina era ‘full’ ma il 30 ottobre ha cambiato lo scenario: le immagini del terremoto hanno spaventato i turisti”, ha detto Marini.
Di 3 milioni di presenze il 60% è concentrato tra Assisi, Perugia e lago del Trasimeno. “Il web è stato straordinario per gestire l’emergenza ma ha ma avuto un danno indiretto su questo settore economico. Una parte di promozione degli investimenti lo stiamo puntando a raccontare l’Umbria che sta in piedi. Abbiamo poi chiesto una misura economica specifica sul danno indiretto per trascinare fuori da questa fase emergenziale gli operatori economici della regione”, ha spiegato la presidente.
“Sarà molto importante fare un’azione su più livelli per provare a raccontare la distinzione tra l’area colpita dell’Umbria, che avrà bisogno di tempo per riprendersi, e il resto della regione. Abbiamo bisogno di una alleanza – ha aggiunto Marini – Abbiamo costruito un piano di promozione e per raccontare il tema della sicurezza.
Al Festival del giornalismo ci aspettiamo alleati nel raccontare l’Umbria che sta in piedi, e stiamo cercando di riposizionare anche i grandi eventi dell’Umbria. Il paradosso è che città che non hanno avuto danni, sono svuotate di turisti: questo ci preoccupa molto; con l’industria e l’agricoltura, il settore del turismo è chiave per la regione, ha 18 mila occupati diretti e quasi 4 mila imprese. A differenza delle altre regioni, siamo forse quelli che hanno avuto un effetto diffuso, scarseggiano le presenze turistiche addirittura al lago di Trasimeno, in area per nulla colpita dal sisma”, ha concluso.