“In un paese che di manifatturiero non ha quasi più nulla, dove il turismo rimane l’unico baluardo possibile di una ripresa economica che non si intravvede ancora all’orizzonte, e dove la blue economy dell’intera costa adriatica dipende dalle crociere con numeri da capogiro, togliere Venezia, o limitarla fortemente, significa chiudere in perdita l’ennesima partita utile a risalire la china in cui la nazione intera si trova”. Ad affermarlo in una nota Assonautica italiana, alla vigilia della visita del ministro Toninelli nel capoluogo lagunare dopo l’incidente navale del 2 giugno scorso.
“Sui tre progetti del ministro Toninelli – prosegue la nota – si può discutere, speriamo poco, certo è che le navi, magari in numero contenuto e sotto alle 40.000 t di stazza, debbano continuare a transitare alla Giudecca senza grande pregiudizio per nessuno”.
Sulle grandi navi alla Marittima per Assonautica “le questioni vere da risolvere sono altre, prima tra tutte la fornitura in banchina di energia elettrica necessaria a limitare o a bypassare l’uso dei generatori di bordo, per garantire aria sana a tutta la Città. In secondo luogo la distribuzione del carico turistico, con la creazione di una seconda stazione passeggeri che vedrebbe diluire l’impegno e l’impatto dei flussi dalla Marittima del Tronchetto ad altre banchine peraltro esistenti, pur bisognose di opere adeguate”.
Riguardo alla soluzione di Chioggia, infine, per l’associazione “sembrerebbe la soluzione migliore, stante i collegamenti alle infrastrutture viarie, pur da migliorare, che non hanno né il Lido, né tantomeno Malamocco. Ciò fatta salva la questione del costruendo deposito da 9.000 mc di Gpl in gronda, questione sulla quale i ‘No Grandi navi’ non si sono esposti, come se fosse una questione secondaria se non irrilevante, mentre non è così affatto”.