Novanta hotel termali sono ancora in attesa di comprendere quali saranno le loro sorti a fronte di un vuoto disciplinare e legislativo relativo ai centri termali. È la situazione attuale alle Thermae Abano Montegrotto secondo Emanuele Boaretto, presidente Federalberghi Terme Abano Montegrotto. L’area è ferma da più di 3 mesi “e non sappiamo – rileva – per quanto altro tempo ancora. Dalla fine di febbraio, con il contagio a Vo’ Euganeo, comune poco distante dalla nostra zona, gli hotel hanno iniziato a registrare cancellazioni – racconta Boaretto – e smesso di vedere prenotazioni, soprattutto dall’estero a causa delle quarantene imposte al rientro nei rispettivi Paesi di appartenenza degli ospiti”. Il lockdown ha sancito la chiusura totale dei successivi due mesi e mezzo con l’inizio della cassa integrazione per gli oltre 5000 dipendenti delle aziende del territorio.
“A conti fatti, per un territorio come il nostro che fattura circa 350 milioni l’anno, possiamo parlare di una perdita di un milione al giorno – quantifica – quindi 100 milioni circa se non di più, visto che la primavera rappresenta per noi l’apertura di stagione con una serie di ponti e festività in cui solitamente ci avviciniamo al tutto esaurito. Ora ci viene ipotizzata la riapertura degli hotel e dei ristoranti con un vuoto normativo per i centri termali, dovuto soprattutto a saune e bagni turchi – conclude – D’altro canto le regioni e le frontiere sembra riapriranno il 3 giugno, in un momento in cui per noi la stagione va calando, fatto che sta convincendo molti albergatori a riprendere l’attività direttamente ad agosto”.