L’Aquila cerca di ripartire tra agibilità e scosse
Il turismo, soprattutto il congressuale, vale il 15% dell'economia cittadina
15 Aprile 2009, 11:20
Nelle strade dell’Aquila oltre al sole è tornato anche il traffico. Sono gli aquilani che, nonostante la terra tremi, provano comunque a ripartire. I commercianti, gli artigiani, gli agricoltori e gli impiegati cercano di riaprire i battenti nonostante la paura. “La ricostruzione dell'Aquila – dice il sindaco, Massimo Cialente – parte riavviando il nostro sistema economico. Per noi è essenziale ottenere misure come la dichiarazione di zona franca, la defiscalizzazione, il credito d'imposta e l'inserimento nell'Obiettivo 1. In questo momento abbiamo azzerato l'economia trainata dall'università, che genera il 20% della ricchezza dell'Aquila, e dal turismo, compreso quello congressuale, che vale un altro 15%”. Intanto per riaprire le attività serve una dichiarazione di agibilità firmata dal sindaco. Su 1.467 sopralluoghi effettuati nelle aree colpite dal terremoto gli edifici agibili sono 771, pari al 53%. Il 20% degli edifici è temporaneamente inagibile, il 3% parzialmente inagibili, il 5% temporaneamente inagibili, il 18% inagibili e il 2% inagibili per rischio esterno.
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