A Ischia chiude resort su costone a rischio idrogeologico


Un hotel chiuso in piena stagione turistica ad Ischia: succede a Forio dove il Comune ha revocato la segnalazione certificata di inizio attività al Baia delle Sirene, un resort che sorge sulla spiaggia di Cava dell’Isola.

La struttura ricettiva è da anni al centro di polemiche sfociate anche in una interrogazione parlamentare poichè sarebbe stato edificato senza adeguati titoli edilizi, in un’area sottoposta a vincolo di inedificabilità assoluta; la spiaggia sottostante è spesso oggetto di frane e smottamenti provenienti dalla collinetta su cui sorge il resort al punto che qualche anno addietro ne era stato vietato del tutto l’accesso, pur essendo uno degli arenili liberi più noti ed apprezzati dell’isola verde.

Quest’anno la proprietà del resort aveva presentato la consueta Scia di inizio attività a cui si era opposto l’ente comunale di Forio che, in seguito, aveva chiesto un consulenza tecnica alla Protezione Civile, attraverso la valutazione del rischio idrogeologico. Il parere era stato negativo poichè erano state rilevate criticità tali da ritenere che l’hotel non potesse essere frequentato in piena sicurezza. A fine maggio poi, un documento dell’Ufficio locale Marittimo di Forio evidenziava la pericolosità del costone roccioso su cui insiste il resort, considerati i diversi smottamenti e i distacchi di materiale franoso finiti sulla spiaggia sottostante.

Qualche settimana dopo il Comune aveva perciò prescritto l’interdizione delle aree più a rischio del Baia delle Sirene, con la chiusura completa di una vasta zona sul ciglio del costone; prescrizioni che, a quanto pare, sarebbero state disattese. Ieri pomeriggio è arrivato quindi il provvedimento di chiusura definitiva della struttura, esecutivo a partire da oggi: il resort era infatti pieno di turisti, cui è stato dato il tempo di cambiare hotel o lasciare l’isola.

Nei giorni scorsi il deputato di Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli aveva chiesto provvedimenti urgenti per l’hotel, sottolineandone la pericolosità, oltre che lo stato di degrado, di Cava dell’Isola.

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