martedì, 5 Novembre 2024

Dopo la svolta ticket, nuove proposte per il Colosseo

“Il biglietto nominale per il Colosseo è una soluzione da noi sempre auspicata, che consentirà di risolvere il problema del bagarinaggio, ma non darà soluzione alle lunghe file di attesa e al problema del generale degrado nella piazza che ospita il sito archeologico tra i più noti al
mondo”. Lo ha detto Letizia Casuccio, direttrice generale di CoopCulture, concessionario che gestisce i servizi di biglietteria del Parco archeologico del Colosseo.
“Noi abbiamo auspicato da tempo l’introduzione del biglietto nominale perché è uno dei modi per abbattere il fenomeno del bagarinaggio, la rivendita a prezzi maggiorati dei biglietti di ingresso al sito. È una modalità, ricorda, che il gestore ha già sperimentato per i sotterranei e il piano dell’arena dell’anfiteatro. Ma l’introduzione del biglietto nominativo presenta delle criticità che non sono del concessionario: e cioè quella della gestione dell’ordine pubblico nella piazza e quella delle file – spiega Casuccio all’ANSA – Noi emettiamo il biglietto online, e onsite, ma la veridicità dei dati forniti per il biglietto nominale non può essere fatta da noi, ma da figure professionali. Il ticket nominativo è come un biglietto aereo, non è modificabile: deve risultare lo stesso nome tra quello indicato nel biglietto e quello del documento di riconoscimento. Questo lo preciso per smentire i falsi allarmi delle guide – precisa Casuccio – Ma tutto ciò non risolve tutte “le altre criticità che verranno a galla tra qualche giorno: quelle, ad esempio, dei rivenditori che prima di acquistare dal sito dovranno conoscere i nomi dei visitatori”.

Detto questo, “il Colosseo ha solo due ingressi: forse sarebbe necessario aprire qualche varco in più per consentire il fluire delle code con un controllo più rapido”. Altra questione “è il numero massimo di persone che può visitare contemporaneamente il sito: attualmente non sono ammesse più di 3mila persone contemporaneamente. Il controllo è fatto tramite un countdown in ingresso e uscita. Una delle cose che ritengo potrebbero aiutare a smaltire le file potrebbe essere un click tour per velocizzare i tempi della visita. C’è un pubblico colto che ha desiderio di approfondire la visita, ma ci sono anche tanti turisti che sono interessati ad una visita veloce: un biglietto short consentirebbe un flusso più veloce con il grande risultato di liberare la piazza dalle persone che, pur prenotate, attendono che si liberi la capienza consentita”.
Perché le persone che attendono di entrare nel sito sono le prede più ambite di quei soggetti che, non autorizzati, si propongono di rivendere servizi o, fino ad ora, biglietti di seconda mano.  C’è un problema di decoro ma anche di ordine pubblico: c’è la necessità di mettersi tutti insieme, fare rete e pensare ad un tavolo di emergenza per risolvere questo problema”.

Intanto, anche se non è il caso del parco del Colosseo, il ministero ha iniziato ad organizzarsi per gestire in autonomia la vendita dei biglietti per i propri siti: “Sì, lo sentiamo dire. Io penso che sia sempre un bene che ci sia più pubblico ma anche il privato nella gestione dei servizi. Credo che sia compito dello Stato programmare, organizzare e monitorare, ma la gestione credo sia più efficiente darla al privato”, conclude la direttrice generale della cooperativa, di primo livello, in cui lavorano 2mila persone e che offre i suoi servizi a 250 istituzioni culturali e “ha il suo punto di forza nell’innovazione tecnologica e nel capitale umano il suo fiore all’occhiello”.

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