Cresce il turismo nelle Marche: al top affitti brevi


Un turismo in crescita, seppur più lenta rispetto alla media italiana, e composto principalmente da italiani. Con un aumento esponenziale, dal 2019 al 2023, di di servizi extra-alberghieri e di alloggi privati messi a disposizione dei visitatori, complice anche l’emersione del fenomeno dovuta al codice Cin richiesto dal ministero del Turismo dal 2024. È la fotografia scattata nelle Marche dalla ricerca di Mara Cerquetti, professoressa di Management dei beni culturali e del turismo dell’università di Macerata, presentata ieri, alla Loggia dei Mercanti di Ancona, durante il convegno “Il modello Marche. Quali strategie per il futuro”.

Secondo la ricerca, infatti, le Marche nel 2024 hanno registrato 2,7 milioni di arrivi e 11,4 milioni di presenze turistiche, superando i dati pre pandemici del 2019. Una crescita che, tuttavia, è modesta rispetto alle altre regioni italiane: se si guardano le presenze negli esercizi ricettivi rispetto al 2019, la crescita è dello 0,6%, molto inferiore alla media italiana (+8,5%) e tra le più basse in assoluto, superando solo la Sardegna (-3,4%). Tuttavia, si legge nello studio, nel confronto con il 2022, le Marche mostrano un recupero positivo: +2,8% di presenze, un dato lievemente superiore alla media nazionale (+2,4%).

Le Marche sono tra le regioni con la più alta incidenza di turismo interno: l’83,8% delle presenze è infatti generato da visitatori residenti in Italia, con solo il 16,2% attribuibile a turisti stranieri, ben al di sopra della media nazionale (47,6% di presenze domestiche). Diminuisce anche la permanenza media: tra il 2017 e il 2021 passa infatti da 5,34 a 4,38 giorni, un calo del 17,98%.

Colpisce, nel periodo che va dal 2019 al 2023, l’aumento delle strutture extra-alberghiere (dai campeggi agli agriturismi fino ai bed&breaksfast): in soli quattro anni sono passati 7.254 a 10.243 (+41%). Mentre gli alloggi privati destinati alla ricezione turistica sono passati da 14 strutture con 741 posti letto nel 2019 a 5.746 strutture e 27.347 posti letto nel 2023. Una crescita favorita dalla diffusione delle piattaforme online per l’incrocio tra domanda e offerta e dall’obbligatorietà, dal 2024, di dotarsi del codice univoco Cin per chi destina immobili per affitti brevi. Nello stesso tempo, si registrano sempre meno strutture alberghiere: tra il 2019 e il 2023 c’è stata una riduzione nel numero di strutture (-38 unità, pari a -4,68%) e nei posti letto disponibili (-3.468, pari a -6,21%).

Tra i limiti del modello turistico marchigiano evidenziati dalla ricerca quello della stagionalità: le presenze si concentrano soprattutto nei mesi estivi. Lo studio propone infatti delle ricette per provare a rendere meno stagionali le presenze, facendo leva anche sull’evoluzione della domanda, come la crescente attenzione al rapporto qualità-prezzo, una maggiore attrattività dell’entroterra rispetto alla costa e l’interesse dei turisti per luoghi meno congestionati.

Si va dal potenziamento delle collaborazioni intersettoriali al fine di estendere la stagione turistica e garantire più redditività e occupazione stabile al miglioramento della presenza online e dell’interoperabilità digitale, sfruttando strumenti come Italia.it e il Destination management system (Dms), oltre a campagne mirate a migliorare la visibilità a livello nazionale e internazionale.

Resta sempre aggiornato sul mondo del turismo!
Registrati gratuitamente e scegli le newsletter che preferisci: ultime news, segnalazioni degli utenti, notizie locali e trend di turismo. Personalizza la tua informazione, direttamente via email.
Iscriviti ora
seguici sui social