Il trasporto aereo “è tra i settori più colpiti a livello globale” dalla crisi pandemica e quest’anno in Italia rischia “perdite superiori al miliardo di euro”. A dirlo è l’amministratore delegato di Sea, Armando Brunini, segnalando che il secondo lockdown “non può che peggiorare la situazione”. Il sistema è in sofferenza e sono decine di migliaia i posti di lavoro a rischio. Per questo l’industria del trasporto aereo pone al governo “richieste urgenti per sopravvivere ed evitare fallimenti e forti rischi occupazionali”, sottolinea l’ad di Sea, durante un Forum ‘ANSA Incontra’, fiducioso sul sostegno dell’esecutivo.
“Nel primo giro di ristori non siamo stati inclusi, ma ora abbiamo qualche speranza in più perché i messaggi che ci provengono dalle autorità sono di comprensione dello stato di crisi”. Il primo intervento è “un fondo di ristoro per coprire almeno in parte le fortissime perdite economiche e finanziarie di quest’anno” dice Brunini. “L’inverno è saltato” e prevediamo “una riduzione del traffico passeggeri di oltre il 70% rispetto all’anno scorso. Il 2021 sarà ancora un brutto anno, al massimo poco meglio del 2020”. “Chiediamo anche un prolungamento della cassa integrazione”, oltre all’accesso ai fondi del Next Generation Eu per sostenere gli investimenti in sostenibilità e digitalizzazione, già avviati, che “rischiamo di dover frenare”. Oggi “è desolante andare nei nostri terminal vuoti, così come negli altri aeroporti italiani ed europei”, osserva l’ad di Sea, che gestisce gli scali di Linate e Malpensa, dove attualmente “il traffico passeggeri è al 10% di un anno fa”.
Sul fronte delle misure di sicurezza anti-Covid negli aeroporti, “l’Italia è una best practice in Europa”. Non solo è stata la prima a introdurre tamponi obbligatori in arrivo dai paesi con un rischio di contagio più alto, ma “siamo stati all’avanguardia nella sperimentazione di tamponi rapidi”, spiega Brunini, citando il progetto pilota dei due voli “Covid-free” di Alitalia sulla tratta Milano-Roma. “Riteniamo che sia possibile garantire rotte sicure, laddove tutti i passeggeri facciano test 48 ore prima del volo o test rapidi in aeroporto”, e “chiediamo al governo di accompagnarci nel siglare accordi bilaterali che creino bolle di sicurezza su alcune rotte, affinché vengano accettate le tipologie di test e si possano eliminare le quarantene”.