mercoledì, 13 Novembre 2024

Affitti brevi, botta e risposta tra Cgil e Sunia e Santanchè

“Sul fenomeno degli affitti brevi e delle locazioni turistiche nelle città è preoccupante l’assenza di misure organiche da parte del governo in grado di limitare e circoscrivere una modalità di utilizzo del patrimonio immobiliare, conferendo poteri ai Comuni che oggi dispongono di pochissimi strumenti per una corretta regolamentazione su un uso virtuoso e tollerabile degli immobili”. È quanto si legge in una nota congiunta di Cgil nazionale e Sunia, in seguito alla pronuncia del Tar della Toscana sulla delibera del Comune di Firenze in merito all’introduzione del divieto dell’uso per residenza temporanea e delle locazioni turistiche all’interno del nucleo storico Unesco della città.

Per Cgil e Sunia “sarebbero necessarie soluzioni che diano risposte concrete al disagio abitativo, a partire da investimenti adeguati nell’edilizia residenziale pubblica. Al contrario, l’assenza di regole, limiti e compatibilità – avvertono – rischia di ‘drogare’ ulteriormente un mercato della locazione in forte crisi per mancanza di riposte alla necessità di alloggi a canone concordato compatibile con i redditi, su cui andrebbero concentrate ed aumentate le agevolazioni fiscali e gli incentivi”.

Secca la replica della ministra del Turismo Daniela Santanchè. “Per la prima volta con il governo Melonia abbiamo disciplinato il fenomeno per contrastare l’abusivismo, far emergere il sommerso e aumentare i requisiti di sicurezza degli appartamenti. A inizio giugno, è iniziata la fase sperimentale della riforma, ma entro quest’anno tutti gli immobili adibiti ad affitti brevi potranno essere commercializzati soltanto se muniti del Codice Identificativo Nazionale e se inseriti nella Banca Dati Strutture Ricettive del ministero del Turismo. E abbiamo previsto un sistema di sanzioni, anche per le piattaforme online, proprio per controllare il fenomeno. La riforma mira a tutelare la proprietà privata e il turista, da un lato, a contrastare la concorrenza sleale e l’abusivismo, dall’altro. Gli operatori del comparto hanno immediatamente compreso l’importanza di questa iniziativa, tanto che ad oggi abbiamo superato quota 10mila Cin emessi nelle sette Regioni capofila nella sperimentazione, che sono peraltro da sommare ai Codici Identificativi Regionali che si stanno convertendo in Cin”.

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