lunedì, 6 Maggio 2024

Dipartimento Turismo, Federturismo e Asshotel contrari ad accorpamento

Per Iorio il turismo deve diventare materia concorrente nella competenza tra Stato e Regioni

Non si placa il dibattito sulla possibilità di accorpare il Dipartimento del Turismo con quello per gli Affari Regionali nell'ambito della direttiva sulla spending review. Secondo Renzo Iorio, presidente di Federturismo Confindustria, "si corre il rischio di impedire allo Stato di intervenire concretamente sul settore come invece necessario in questa fase storica". "Perché si svolga un ruolo di coordinamento vero delle politiche turistiche – aggiunge Iorio – è infatti fondamentale che il turismo diventi materia concorrente nella competenza tra Stato e Regioni. Ci auguriamo quindi che, in un'ottica di contenimento della spesa dei ministeri, si tengano in considerazione le esigenze specifiche dell'industria del turismo che deve essere riconosciuta a tutti gli effetti una fondamentale componente dell'economia nazionale".
"Assolutamente contraria" anche Asshotel. "Occorre – sottolinea il presidente Filippo Donati – che il turismo sia strutturato, occorre chiarire la governance, occorre che il Dipartimento del Turismo possa operare in sinergia con i principali attori della filiera turistica, facendo leva e utilizzando le energie turistiche migliori presenti nelle Regioni e nelle categorie e associazioni imprenditoriali". L'analisi di Donati prende spunto anche dagli ultimi dati sui flussi turistici, quelli relativi ai ponti del 25 aprile e del 1° maggio. "Le imprese alberghiere, nel breve volgere di un quinquennio, hanno assistito al dimezzamento della loro redditività – osserva ancora Donati – e tutto questo accade nella più completa indifferenza del governo e del ministro del Turismo Piero Gnudi per un settore decisivo per la ripresa del Paese, ma che fa meno presa presso gli esponenti delle istituzioni e della politica perché in larga parte è rappresentato da micro e piccole e medie imprese. Se il turismo è il motore dell'Italia – conclude Donati – questo motore deve ripartire e deve essere reso efficiente e, soprattutto, occorre che qualcuno prenda in mano saldamente il volante, perché non si possono solo fare dichiarazioni, ormai logore e abusate, sul fatto che il turismo può generare Pil, ricchezza e posti di lavoro. Se i politici e con loro i tecnici non riescono a capire dove tagliare, non si capisce chi deve realizzare la spending review, anche se forse occorrerebbe innanzitutto partire dai tagli al mondo della politica, liberando risorse per lo sviluppo dell'economia italiana".

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