“Nonostante ci si avvii, con tutte le cautele del caso, verso un allentamento delle misure restrittive, la crisi del turismo è ben lontana dall’essere superata. Le imprese che rappresentiamo vivono ancora tutte, seppur con diversi livelli di gravità, una situazione di enorme sofferenza di liquidità, di fatturato, di costi fissi e occupazionale”. Lo ha dichiarato la presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli – intervenendo oggi all’Audizione sul decreto Sostegni Ter presso la V Commissione Bilancio del Senato.
“Le discoteche – ha aggiunto – solo pochi giorni fa si sono viste revocare le restrizioni, il settore del turismo organizzato (agenzie di viaggi e tour operator) è in crisi profonda, sostanzialmente paralizzato da ormai 2 anni, con un un crollo nel 2021 dell’ 80% del fatturato e con picchi che raggiungono il -92% nel segmento viaggi internazionali. Con loro soffre tutto il mondo dei trasporti connessi e dei servizi accessori, il turismo leisure, ma anche il business travel e la meeting industry.
Seppur consapevoli della presa di coscienza da parte del Governo rispetto alla grave condizione in cui versa il settore e apprezzando l’adozione del decreto Sostegni Ter non possiamo non sottolineare come ci siano ancora numerosi aspetti che vanno rivisti ed altri rispetto ai quali manifestiamo una profonda delusione. Innanzitutto due temi trasversali che riguardano le imprese delle varie filiere, seppur con impatti diversi: quello dei codici ATECO e quello degli ammortizzatori sociali con causale Covid-19.
I codici ATECO, lo abbiamo sostenuto in ogni occasione e teniamo a ribadirlo con forza, non possono essere usati come requisito per accedere alle misure perché la classificazione ATECO presenta storture che non consentono di farne uno strumento adeguato per intercettare e arrivare ai soggetti che hanno reale bisogno dei sostegni. Non solo spesso molte categorie rientranti a pieno titolo nell’industria turistica sono state del tutto ignorate ed escluse dagli elenchi, ma per molte altre ostativo è stato l’ulteriore criterio dell’ATECO di prevalenza, in base al quale gli aiuti sono stati destinati solamente alle attività con codice “prevalente”.
Il secondo macrotema è quello degli ammortizzatori sociali per i quali avevamo chiesto una proroga degli ammortizzatori in deroga con causale COVID per le imprese del turismo, al posto del quale nel decreto troviamo una misura assolutamente insufficiente: l’esonero dal pagamento del contributo addizionale per chi ricorre agli ammortizzatori sociali ordinari per soli tre mesi.
Nel ribadire quindi la richiesta già da tempo avanzata ai Ministeri competenti di estendere fino a giugno 2022 gli strumenti di cassa integrazione con causale Covid, evidenziamo l’esigenza di apportare se non altro correttivi a questo articolo, estendendo il periodo di decontribuzione almeno fino al 30 giugno 2022 e semplificando procedure e istruttorie condotte dall’INPS per l’accesso ai trattamenti di integrazione salariale.
Pur accogliendo con favore l’istituzione del Fondo Rilancio Attività economiche di Commercio al dettaglio vorremmo segnalare che anche le attività connesse ai servizi di Tax Free Shopping e quelle dei cambiavalute sono state duramente provate dell’assenza di turismo internazionale e necessiterebbero di adeguati ristori. Per consentire al tax free shopping di competere sul mercato globale basterebbe, come più volte sostenuto, una piccola modifica normativa: abbassare la soglia minima necessaria per accedere al TFS a 70 euro al posto degli attuali 154,95.
Apprezzabile, inoltre, l’intervento volto a contenere i costi fissi prorogando il Tax credit affitti da utilizzare in relazione ai canoni di gennaio, febbraio e marzo 2022 anche se la misura andrebbe prorogata almeno fino al mese di giugno 2022, così come sarebbe da eliminare il vincolo relativo alla possibilità di accedere al beneficio solo per i proprietari che siano anche gestori, considerate le diverse tipologie societarie oggi presenti nel mondo del turismo.
Esprimiamo soddisfazione – ha quindi sottolineato – per la proroga del bonus servizi termali anche se visto il successo dell’iniziativa sarebbe auspicabile un suo rifinanziamento.
Mentre una forte preoccupazione proviene dal rincaro dell’energia che impatta drammaticamente sul termalismo, sul settore degli impianti di risalita a fune e degli alberghi per cui chiediamo contromisure e l’inserimento nell’elenco delle imprese energivore.
Il nostro auspicio è che il Governo riesca a fare uno sforzo in più rafforzando gli stanziamenti a sostegno di un comparto fondamentale della nostra economia oltre che a prevedere un ulteriore periodo di trattamento ordinario di integrazione salariale Covid-19 per scongiurare che le aziende, a breve, si trovino costrette a licenziare migliaia di lavoratori”, ha concluso.