“L’Art Bonus funziona. Superata la fase sperimentale, siamo a oltre 100 milioni e 3 mila donatori. Naturalmente 3 anni sono pochi per qualcosa che deve durarne trenta. Si può crescere ancora molto”. È quanto afferma Dario Franceschini, ministro di Beni culturali e Turismo, alla 5^ edizione degli Stati Generali della cultura organizzati dal Sole 24 ore, quest’anno dedicati a La nuova economia dell’Arte e della Musica. “Il paese-racconta Franceschini – è ancora diviso tra l’orgoglio per il patrimonio e quell’abitudine a leggere, vedere film, comprare musica meno degli altri, ma qualcosa sta cambiando.
I numeri dei musei, ad esempio – dice – sono enormemente in crescita: + 5 milioni di visitatori in due anni. Quest’anno prevediamo di chiudere a 45 milioni, per i musei statali ovviamente, partendo da 38. Dopo la riforma del sistema museale, ora si deve puntare sui servizi, perché chi va al museo vuole anche una caffetteria, una libreria, insomma vuole ‘passare’ la giornata. E vista la fama mondiale della cucina italiana nel mondo anche nei musei deve trovare la massima qualità della cucina locale.
Milano – cita Franceschini – per alcuni tipi di viaggi oggi è la prima meta in Italia, dimostrando che anche una città a così forte vocazione industriale può crescere. È accaduto anche a Torino. E sono convinto che anche Napoli, se deciderà di investire in cultura, può aspirare a diventare in tempi brevi una delle capitali del turismo mondiale. Ora però bisogna continuare a lavorare sul coinvolgimento dei privati, soprattutto con l’Art Bonus. Nell’orizzonte immediato – dice il ministro – non vedo la possibilità di estenderlo a tutte le attività culturali, ma di proseguire per settori. Ad esempio, visto che lo abbiamo portato anche alle Fondazioni lirico sinfoniche e ai teatri di tradizione, non vedo perché non anche alla prosa. Mi piacerebbe poi lavorare a un meccanismo in cui le aziende abbiano un vantaggio fiscale se aiutano la formazione e la crescita di un artista”.