giovedì, 26 Dicembre 2024

Franceschini lancia ‘Musei italiani’ all’estero con prestiti opere in deposito

Il modello Louvre Abu Dhabi convince il ministro dei Beni culturali e del Turismo Dario Franceschini che, a chiusura della visita di due giorni a Pechino, annuncia di volerlo esportare, sia pur con opportune correzioni. Una prima applicazione si avrà proprio in Cina.

“Abbiamo trovato molta accoglienza a una proposta italiana nuova, che si chiamerà ‘Musei italiani’ e ‘Sleeping Beauty’, con prima applicazione qua in Cina”, ha detto Franceschini a margine del ministro alla Cultura Luo Shugang, con il quale ha firmato l’accordo sul Forum Italia-Cina, ovvero una piattaforma operativa per consentire di far crescere le collaborazioni tra musei, teatri, fondazioni, grandi festival, ma anche di favorire scambi di esperienze e tecnologie nella tutela e nel restauro dei beni culturali, nonché nella promozione delle coproduzioni cinematografiche.  

“L’Italia non ha un grande museo nazionale, ma se guardiamo al numero totale dei visitatori dei musei siamo oltre la Francia e qualsiasi altro Paese. La forza italiana non è un museo, ma i musei”, spiega il ministro. L’operazione poggia su uno “spazio nei musei partner nel mondo, chiamato ‘Musei italiani’ in cui porteremo per un prestito lungo di 1-2 anni le opere che sono nei depositi, che non vengono esposte perché non c’è spazio”.

Confermato quindi l’accordo sullo spazio italiano al Museo Nazionale di Cina con l’impegno reciproco a programmare con largo anticipo le mostre, in modo che non ci siano spazi vuoti tra una manifestazione e l’altra, cosa capitata sia a Pechino sia a Roma (Palazzo delle Esposizioni).   

Oltre all’ipotesi tra siti Unesco, Francescini spiega di aver proposto “l’idea di gemellaggio per siti simili per oggetto (un monumento, una città, un paesaggio come la Langhe). Stiamo lavorando a un primo elenco di siti italiani e cinesi simili per contenuto su cui costruire un gemellaggio, fuori dalle grandi mete note a tutti”.   

Lo scopo è moltiplicare i luoghi italiani capaci di attrarre turismo internazionale. Il rafforzamento della struttura Enit in Cina, con la possibile apertura di un ufficio a Shanghai, è uno dei passi funzionali: la governance dell’agenzia del turismo nazionale “è entrata a regime da qualche mese dopo il cambio di statuto. Adesso hanno le risorse: la struttura è completamente cambiata. Stanno facendo selezioni per prendere professionalità nuove che hanno esperienza nel mondo del turismo”.     

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