Non solo i monumenti, le aree archeologiche, i beni culturali di proprietà pubblica da restaurare. In attesa che si faccia finalmente avanti un mecenate per il restauro della Domus Aurea, i super sgravi fiscali messi in campo dall’Art Bonus si estendono alla produzione della lirica e dei teatri di tradizione.
Fortemente voluta dal ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, la novità arriva da un emendamento alla Legge di Stabilità presentato dal Pd Andrea Marcucci e approvato in Senato dalla commissione bilancio.
Da Pisapia a Nardella e Marino i sindaci presidenti delle Fondazioni liriche di Milano, Firenze e Roma applaudono. E con loro il presidente dell’Atit, l’associazione che raccoglie i 29 teatri di tradizione sparsi per il Paese.
“Un grande risultato frutto della piena collaborazione tra governo e Parlamento”, commenta soddisfatto il ministro. In pratica, spiega Franceschini, con la modifica approvata al Senato si potrà usare il credito d’imposta del 65% (il gettito è sempre lo stesso, la copertura dell’Art Bonus non cambia) “non solo per i finanziamenti a favore della realizzazione di nuove strutture o il restauro di quelle esistenti, ma anche per finanziare produzioni di queste importanti realtà dello spettacolo dal vivo”.