Quello di Alitalia non sarà un semplice salvataggio. Il nuovo Governo conferma la volontà di lavorare a un vero rilancio della compagnia. Ma il tempo stringe, in cassa ci sono poco meno di 360 milioni ed è urgente un piano industriale che garantisca la continuità della compagnia. Questo il messaggio che arriva dal tavolo convocato dal neo ministro Stefano Patuanelli per fare il punto sull’operazione. E mentre si guarda alla prossima scadenza del 15 ottobre, con la speranza che la vicenda Atlantia non abbia un impatto sul dossier, cresce tra i sindacati la preoccupazione per gli esuberi: Patuanelli assicura infatti che farà tutto il possibile per i lavoratori, impegnandosi “a garantire una adeguata tutela a tutti i dipendenti”, ma senza la certezza di avere zero esuberi come assicurato dal suo predecessore Luigi Di Maio.
“Il ministro – rileva il segretario della Uil Carmelo Barbagallo – ha detto che fino a quando non avrà certezza sul piano industriale non è abituato a dire cose che poi magari potrebbero non verificarsi”. E lo stesso Mise, in una nota diffusa ieri a fine serata, spiega che c’è l’impegno a dare, appunto, “adeguata tutela” ai lavoratori e anche a prorogare fino a marzo 2020 gli ammortizzatori sociali già in corso.
I sindacati tornano in via Veneto dopo poco più due mesi e mezzo: l’ultima volta, il 3 luglio, a presiedere il tavolo c’era Di Maio, erano state concesse 4 proroghe e in cassa c’erano circa 430 milioni; oggi il ministro è Patuanelli (sempre M5s), siamo alla sesta proroga e in cassa ci sono, al 31 agosto, oltre 360 milioni più i depositi (erano 413 a fine luglio).
L’operatività continua, i risultati sono buoni (“agosto è stato molto positivo, speriamo anche i mesi futuri, le prenotazioni sono buone”), e gli investimenti dovrebbero salire a 220 milioni (dai 180 milioni dello scorso anno). Ma “la cosa urgente”, avverte il commissario Stefano Paleari, “è stabilire quanto prima un piano industriale che consenta di dare alla compagnia una continuità di lungo termine. Questa è la cosa più importante”. Un messaggio in linea con le raccomandazioni a fare presto che i commissari ripetono ormai da mesi.