Non ci sarà alcuno sciopero del trasporto aereo ad accompagnare, venerdì 15 ottobre, il decollo della nuova compagnia Ita. Una partenza per la quale è stato predisposto un velivolo con una nuova livrea: ‘born in 2021’. La protesta non ci sarà perchè la regolamentazione del settore dei servizi pubblici richiede un adeguato anticipo nell’annuncio e ora – ammettono gli stessi sindacati – si sarebbe ‘fuori dai termini’ per proclamarlo. Ma non per questo non ci saranno agitazioni che continueranno fino a giovedì con assemblee e presidi dei lavoratori di Alitalia.
Viene così scongiurato il pericolo che solo pochi giorni fa aveva fatto tuonare il presidente di Ita, Alfredo Altavilla che a margine di un convegno aveva ribadito la data della partenza ‘un impegno’ ma aveva anche definito la prospettiva dello sciopero “una vergogna nazionale, qualcosa che danneggerebbe l’immagine del nostro Paese a livello internazionale e anche un sabotaggio dei rapporti tra azienda e lavoratori”.
Prima della partenza dovrà comunque essere sciolto un altro nodo, quello del marchio Alitalia. La prima gara, con una base d’asta di 290 milioni di euro oltre a Iva ed oneri fiscali, è andata deserta. Nessuna sorpresa che non ci fosse la proposta di Ita, visto che Altavilla aveva detto chiaramente di definire la richiesta ‘irrealistica’ tanto da rendere antieconomico l’investimento. La procedura prevede ora che ci possa essere un’offerta, da parte magari di Ita, sulla quale avviare possibili rilanci da altre compagnie. Se salta anche questo step si va a trattativa diretta. Rimane sul tappeto anche l’ipotesi dell’affitto. Questo consentirebbe ad Ita di prendere il volo utilizzando gli aerei acquistati senza dover fare un cambio – costoso – della livrea per tutti gli aerei.
Per lunedì o martedì della settimana prossima è poi previsto un nuovo incontro al Ministero del Lavoro con i sindacati per mettere a punto un testo che allunghi la Cigs fino al 2023 per i lavoratori Alitalia che non sono stati assorbiti da Ita. Al momento la Cigs è stata prorogata fino al settembre 2022. I sindacati sono anche preoccupati dal fatto che i lavoratori Alitalia hanno ricevuto solo una metà dello stipendio di settembre, mentre l’ altra metà era legata all’esito della gara per il marchio Alitalia e quindi si attendono risposte dai commissari straordinari di Alitalia. E sempre i sindacati sono in attesa di ricevere questa settimana una convocazione dalla viceministra al Mims, Teresa Bellanova, per quanto riguarda l’apertura di un tavolo al ministero sulla crisi dell’intero settore del trasporto aereo.