Con oltre 3 milioni di passeggeri in più di Alitalia, nel 2011 è Ryanair la regina dei cieli italiani. La low cost irlandese ha infatti trasportato 28,1 milioni di persone contro i 25 milioni dell'ex compagnia di bandiera. Ma non è tutto oro quello che luccica. Come sottolinea il presente dell'Enac, Vito Riggio, che invita il premier Mario Monti, a "porre un problema di competizione a condizioni non eque, visto che Ryanair non applica contratti italiani e paga tasse meno onerose in Irlanda". Nel complimentarsi con Ryanair per i risultati raggiunti, il presidente dell'Ente teme che a queste condizioni "alla lunga macinerà l'intero sistema italiano del trasporto aereo, con problemi non solo per le compagnie più grandi ma anche per le low cost che sono esse stesse aggredite in termini di concorrenza perché intaccate sulla base dei costi".
E polemici sono stati anche i commenti dei sindacati. "In attesa di sottoporre la questione in Europa – osserva il segretario nazionale della Filt Cgil Mauro Rossi – sarebbe molto più convincente se il nostro Paese e quindi il governo, il presidente del consiglio, i ministri dell'Economia e del Lavoro, l'Inps e l'Agenzia delle Entrate si svegliassero dal letargo e chiedessero a Ryanair il rispetto della legge che tutti in Europa le hanno imposto. In particolare, in merito alla completa evasione fiscale e contributiva perpetrata ai danni del nostro Paese e dei lavoratori italiani impiegati dalla compagnia irlandese". Dal canto suo, invece la Uiltrasporti non ritiene "interessante, né equo il paragone fra una compagnia low cost e una compagnia di bandiera come Alitalia, che fornisce una tipologia differenziata di servizi all'utenza e soggetta a regolamentazioni e vincoli in Italia, del tutto assenti nelle compagnie straniere e a basso costo che operano nel nostro mercato".