L'amministratore delegato di Alitalia Rocco Sabelli raccomanderà agli azionisti di Alitalia di costruire una fusione con Air France per "confluire in un aggregato più grande". Ma solo nel 2013, quando gli azionisti saranno liberi di vendere a chiunque le loro quote. E' questa la "proposta personale" che lo stesso Sabelli ha presentato a Bruno Vespa e che è contenuta nel nuovo libro del giornalista Rai in uscita venerdì dal titolo 'Il cuore e la spada. 1861-2011'. Sabelli ha detto a Vespa che nel 2011 la compagnia avrebbe raggiunto il break even, tornando ad assicurare i collegamenti aerei diretti con Rio de Janeiro e con la Cina, e realizzando una progressiva integrazione funzionale con Air France e, per le rotte transatlantiche, con l'americana Delta. Il libro riporta però anche la posizione del premier Silvio Berlusconi: "Alitalia dovrà rimanere italiana".
Intanto, una volta rese note tali anticipazioni, divampa la polemica. Per il capogruppo del Pd in commissione Trasporti alla Camera, Michele Meta, "proporre la fusione di Alitalia con Air France vuol dire alzare bandiera bianca e certificare il fallimento della privatizzazione voluta da Berlusconi e costata 3 miliardi e mezzo di euro ai contribuenti, insieme ad un impoverimento gravissimo per il sistema del trasporto aereo nazionale". Polemica la posizione di Antonio Borghesi, vice capogruppo dell'Italia dei Valori alla Camera. "Alitalia è troppo piccola per sopravvivere, così come tutti avevamo capito già tre anni fa. Ecco perché la soluzione Air France proposta da Prodi era vantaggiosa. Ora ci arriveremo, ma solo dopo che, per colpa di Berlusconi, ai contribuenti italiani lo scherzetto è costato non meno di tre miliardi di euro". Dalla compagnia arriva la precisazione del presidente Roberto Colaninno, "può essere un pensiero di Sabelli ma non è condiviso dagli azionisti", che ha comunque detto di non essere a conoscenza di tale anticipazione.