martedì, 19 Novembre 2024

Anche oggi sciopero dei tassisti contro il ddl concorrenza

I tassisti di tutta Italia sono scesi in piazza e continueranno a incrociare le braccia anche per oggi fino a mezzanotte per protestare contro l’articolo 10 del Ddl Concorrenza, colpevole di “delegittimare il settore a favore delle multinazionali”, riassunto nello striscione che ha guidato la manifestazione e che recitava: ”Draghi, non te lo chiede l’Europa, te lo chiede Uber’. Ma il governo non cede e, per bocca della viceministra delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Teresa Bellanova, ribadisce che “non è intenzionato a fare lo stralcio dell’articolo 10 del Ddl Concorrenza, ma è disponibile a portare avanti il confronto per chiarire meglio e puntualizzare”.

La protesta ha visto migliaia di conducenti di auto bianche sfilare per le strade del centro di Roma, paralizzando il traffico, con gli interventi finali dal palco dei sindacalisti, ma è poi degenerata quando parte dei tassisti si è diretta sotto Palazzo Chigi. Lì ci sono stati momenti di tensione con le forze dell’ordine e lancio di bottigliette di plastica. Notevoli i disagi per chi oggi era alla ricerca di un taxi, introvabile in tutte le città: da Palermo a Milano, da Genova a Torino. In molti hanno ripiegato sui mezzi pubblici o su Uber.

Il ddl Concorrenza è in commissione alla Camera. Gli emendamenti attendono i pareri del governo ma i nodi, tra cui quello dei taxi, saranno affrontati solo la prossima settimana.

“I tassisti si sono fermati perché vogliono che il Parlamento si assuma la responsabilità di discutere con i sindacati, i Comuni e le Regioni su come migliorare il servizio – ha detto ieri dal palco il leader di Unica Cgil taxi Nicola Di Giacobbe – I tassisti sono un servizio pubblico con una tariffa amministrata dai Comuni. Il tentativo che c’è dietro questa delega è dare in mano questo servizio alle multinazionali, fonte dello sfruttamento del lavoro altrui. Il governo ci pone la richiesta di una delega che rimandiamo al mittente. I tassisti difenderanno il loro lavoro – ha aggiunto – non permetteremo un regalo alle multinazionali. Siamo pronti a venire a un tavolo di concertazione per migliorare il servizio ma diciamo no alla legge delega”.

Gli ha fatto eco il responsabile nazionale di Ugl taxi, Alessandro Genovese: “Vogliamo smentire le giustificazioni del governo che ha inserito nel Ddl concorrenza il trasporto pubblico non di linea, i taxi e gli Ncc, ovvero servizi pubblici non compresi nei processi di liberalizzazione previsti dalla Bolkestein”.

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