giovedì, 25 Aprile 2024

Babbi lascia Enit: triste perché politica non ama il turismo

Poche ore dopo il via libera dato dalla Corte dei Conti al nuovo statuto dell’Enit e quindi a pochi giorni dall’arrivo dei nuovi vertici e dal nuovo assetto dell’Agenzia nazionale del turismo, arrivano le dimissioni del direttore generale Andrea Babbi.

“L’ho annunciato in una lettera a Matteo Renzi il 2 giugno – spiega all’ANSA Babbi – e a Dario Franceschini l’11 giugno. Avevo già detto al ministro che avrei chiuso la mia fase con la fine del commissariamento, quindi già a novembre, e poi c’è stata questa prorogatio e una riforma, che doveva essere fatta in 4-5 mesi e si è protratta tutti questi mesi. Anche il commissario Cristiano Radaelli, con cui in questi mesi ho sempre collaborato, sapeva che avrei lasciato. Ho servito il mio Paese in questi mesi come meglio ho potuto. Non rinnego niente anche delle difficoltà e delle amarezze”.   

Sul suo futuro Babbi dice: “Il 3 luglio torno alla ‘mia’ Notte Rosa in Romagna. Insomma farò turismo, anziché sentirne solo parlare. Sono rattristato perché in fondo la politica non conosce il turismo e non ama il turismo e non ha capito quello che abbiamo tentato di scrivere nel piano strategico assieme ad altre cento persone, che il turismo è la leva per far crescere il nostro Paese e basterebbe veramente poco. Si era parlato di 100 milioni, non solo per la promozione, ma per la riqualificazione in generale. Il turismo, poi, ha bisogno di persone che fanno e non che disfano, la tela di Penelope spero che prima e poi finisca”.   

“Io vengo – ricorda Babbi – da 7 anni in un’agenzia di turismo regionale. Sono stato selezionato per provare a fare un’Enit diversa e moderna. Ci ho provato: certo non è stata una passeggiata tra la mancanza di risorse e i cambi (in tre anni 5 direttori generali e 3 ministri diversi). Alcune cose sono andate bene: i risparmi, la collaborazione per la vendita dei biglietti dell’Expo (gli organizzatori stessi hanno riconosciuto che 5 milioni di biglietti ai tour operator all’estero non li avrebbero venduti senza di noi), le sedi all’estero (su 23 la metà sono state ripensate e riviste integrandole con ambasciate e uffici Ice, nel 2015 risparmieremo 850 mila euro).
Oggi – precisa Babbi – ho presentato il nuovo bilancio: in due anni ho tagliato le spese generali del 16%, i costi del personale del 6,8%, stiamo discutendo con i sindacati perché da 100 ore di straordinario del 2014 siamo passati a 70 e ho chiesto un ulteriore taglio, i 18 milioni di funzionamento che il ministero ci dà sono stati ridotti a 16″.

 

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