martedì, 26 Novembre 2024

Burocrazia frena anche agriturismo, Cia: 100 giorni per le pratiche

In Italia la morsa della burocrazia non risparmia neppure il settore dell'agriturismo che, per adempiere alle richieste della pubblica amministrazione, ha bisogno di ben 100 giorni. L'agriturismo poi subisce un salasso complessivo di costi e oneri che erode quasi il 50% del fatturato. Un problema che non riguarda solo chi un'azienda già ce l'ha ma anche chi vorrebbe avviarla, ovvero in maggioranza di giovani che sognano di trasformare le aziende agricole dei genitori in agriturismo. La denuncia arriva da Turismo Verde Cia, l'associazione nazionale agrituristica della Cia-Confederazione italiana agricoltori, secondo la quale la costituzione di un'impresa multifunzionale come quella dell'agriturismo, che racchiude una molteplicità di attività come l'ospitalità, la ristorazione, le degustazioni, le attività ricreative, comporta il soddisfacimento di numerose normative. Per fare un esempio un'azienda spende circa 2 mila euro l'anno per lo smaltimento dei rifiuti e quasi 500 euro per canoni Tv, musica e intrattenimento "che non solo rallentano e complicano di molto l'operatività, ma fanno da freno allo sviluppo e alla crescita del settore. Si tratta, insomma, di ulteriori lacci burocratici che si vanno a sommare a quelli cui è già costretta a soggiacere un'azienda agricola", spiega la Cia.  
"Non a caso – racconta la Confederazione italiana agricoltori – per ovviare ad alcune di queste difficoltà viene spesso consigliato all'imprenditore che vuole avviare un agriturismo di partire, indipendentemente dai parametri aziendali, con un campo di attività ristretto e di ampliarlo poi gradualmente per diluire e affrontare separatamente le tante pastoie burocratiche".

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