venerdì, 19 Aprile 2024

Concessioni demaniali, Federbalneari chiede al Governo di aprire confronto con Ue

La Giunta federale di Federbalneari, riunitasi in videoconferenza, chiede al Governo di avviare il confronto con la Commissione Ue sull’esclusione del comparto dalla Direttiva Servizi e di avviare subito il tavolo del riordino fermo da 10 anni.

“La lettera dell’Ue verso l’Italia sulle concessioni balneari ripercorre senza imbarazzo argomenti già presenti nella precedente comunicazione, assolutamente indifferente alla pronuncia della stessa CGUE in merito alla distinzione tra concessioni di beni e di servizi così come alla grave congiuntura sanitaria, sociale ed economica che l’intera Europa sta attraversando – ha spiegato nella sua introduzione il presidente Marco Maurelli – Non è un caso che si continui a parlare di “fornitori di servizi” per indicare i concessionari demaniali. Nessuna considerazione si rintraccia nel testo sulle istanze degli operatori del diritto italiani e sull’esigenza di un lavoro di revisione al quale l’Italia si è impegnata ma che sino ad allora non può essere risolto con un semplice disconoscimento del nostro ordinamento giuridico, come del resto recentemente affermato dal TAR Lecce con la sentenza del 27 novembre. In un modo assolutamente anacronistico è sparita dall’analisi della lettera Ue ogni argomentazione in merito alla straordinarietà di previsioni dovute al quadro pandemico e questo ci ha lasciato perplessi in un approccio avulso dalla realtà ed irrispettoso dell’attività legislativa avviata dal parlamento e dal Governo italiano a supporto delle imprese, comune peraltro a molti altri stati europei”.

A seguito del dibattito, la Giunta di Federbalneari Italia ha ribadito la necessità di avviare una riforma non più rimandabile dopo 11 anni che tracci definitivamente il confine tra l’impianto normativo italiano ed i principi europei nel segno di una coerenza che garantisca la certezza del diritto.

“Siamo certi – ha proseguito Marco Maurelli, di Federbalneari Italia – che si debba procedere avviando una nuova fase più chiara e netta puntando con decisione a far comprendere alle istituzioni europee che occorre riformare il settore nel pieno recepimento dei principi europei ma altrettanto nel pieno rispetto della normativa italiana e dei principi codicistici. Non riteniamo dunque che vi sia alcuna possibilità ormai per lo Stato se non quella di avviare una riforma condivisa che sia ferma su alcuni punti fondamentali come la natura di concessioni di beni e non di servizi propria delle concessioni demaniali ma che sappia sgombrare il campo e garantire dei punti fermi superando argomentazioni vecchie di 10 anni, nuovamente ribadite dalla Commissione UE e – oseremmo dire – fotocopiate”.

La Giunta di Federbalneari Italia è certa che se non si procedesse a sgomberare il campo da questa procedura d’infrazione, lo Stato e le Regioni rischierebbero di non poter fruire di fondi da Recovery Fund, risorse finalizzate ad investimenti anche pubblici sulla modernizzazione in chiave eco – sostenibile delle nostre coste che diversamente non potrebbero essere attuati.

“Ribadiamo con decisione e fermezza al Governo e a tutte le Forze Politiche – ha proseguito Marco Maurelli – la nostra ragionevole posizione, considerando dunque il sistema concessorio demaniale italiano in chiave esclusiva di “concessione di beni” per uscire dalle incomprensioni che rendono impossibile la scrittura del riordino del quadro di disciplina delle concessioni balneari italiane, affrontando dunque con fermezza l’imminente dialogo serrato tra i nostri ministeri che la Commissione UE ci sta offrendo, in virtù di una grande opportunità di riforma del comparto nel pieno rispetto dei principi europei di trasparenza e legittimità e nella piena consapevolezza della portata delle norme italiane per dare finalmente slancio ad un settore che vive di “incertezze” da oltre 10 anni ormai. Siamo certi del danno economico per un settore importante come quello balneare per il sistema turistico italiano e quindi per l’intera economia ed accettare cosi com’è la direttiva servizi dell’UE per il comparto balneare avrebbe costi di gran lunga maggiori rispetto ad una procedura d’infrazione. Occorre operare la riforma delle concessioni demaniali, partendo dalla certezza, da sempre sostenuta da Federbalneai Italia, che si tratti di concessioni di beni e non di servizi. Non è accettabile quanto affermato dall’UE sui fondi destinati al turismo dal Recovery Fund, condizionati ad adottare tout Court la Direttiva Servizi e riteniamo che di tali affermazioni se ne poteva fare a meno in questo momento”.

La seconda parte del dibattito ha riguardato il dialogo che Federbalneari Italia ha avviato, in questi mesi, con il Governo già a partire dal “Tavolo del Turismo sul Covid – 19” istituito dal Ministro dei beni Culturali per decreto legislativo. Questo mese, infatti, si terrà l’incontro in Conferenza Stato – Regioni per il confronto richiesto dalle Regioni italiane che confermerà certamente la portata della lettera UE di messa in mora e pertanto anche la validità dell’attuale impianto normativo transitorio con scadenza al 2033 convalidato dalla legge 77\2020 di cui all’art. 182, confermando pertanto l’urgenza e la necessità, divenuti ormai esiziali, di fissare il tavolo interministeriale del riordino ed il termine concreto nel merito delle osservazioni contenute nella nota ricevuta dalla Commissione UE, sul concreto avvio di una nuova fase che non potrà che essere sancita dal nuovo status di concessioni demaniali di beni.

“Nel frattempo la legge vigente deve essere rispettata anche perché nasce in un periodo di emergenza e ad esso cerca di dare risposte. I funzionari non devono temere la sua applicazione perché la loro responsabilità è esclusa anche a fronte del potere di autotutela che potrà essere lo strumento per rendere operative le conseguenze di eventuali provvedimenti interpretativi o legislativi che mutino l’attuale quadro di disciplina. Percorso divenuto ormai irrinunciabile per il Governo e funzionale ai nuovi scenari di sistema che si profilano all’orizzonte. Siamo solo all’inizio di un percorso di riordino” ha concluso Maurelli.

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