“La stampa internazionale ha ripreso questo nostro spirito allarmistico e in 48 ore siamo diventati un Paese non sicuro in cui è meglio non viaggiare e da cui è meglio non accogliere viaggiatori. Stiamo facendo al nostro turismo danni inestimabili. Solo il settore delle gite scolastiche muove un business da 316 milioni, ma è la punta dell’iceberg. Stiamo annullando ogni manifestazione, ogni convegno, ogni vacanza non solo nelle zone focolaio ma in tutte le regioni italiane anche quelle dove non c’è nessun caso. Sono purtroppo coinvolti tutti settori dell’attività produttiva (alberghi, ristoranti, tour operator, trasporti ma anche parchi a temi, meeting industry etc)”.
A fare il punto con l’ANSA degli effetti della situazione coronavirus in continuo peggioramento per il settore turismo è la vicepresidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli.
“La nostra immagine – aggiunge – è rovinata e lo sarà per un bel po’ di tempo. Ormai la situazione è sfuggita completamente di mano per ogni parte dell’attività produttiva, noi siamo più concentrati sul turismo, ma di fatto già con la decisione di chiudere i voli c’era stato un forte impatto anche sulle attività produttive con la Cina. Oggi abbiamo tutto il settore in ginocchio, dai trasporti agli alberghi, dai tour operator all’intrattenimento, dai ristoranti ai parchi a tema. Tutto – aggiunge – è messo in discussione da queste decisioni ‘prudenziali’ e soprattutto da una comunicazione che ci sta molto danneggiando”.