"In otto anni ho gestito 1.600 miliardi di dollari, come fatturato del trasporto aereo, perdendo solo 5 milioni per errori e omissioni. Siamo il primo cliente delle banche al mondo". Giovanni Bisignani, numero uno della Iata, traccia un bilancio della sua gestione dell'associazione che raggruppa 230 compagnie, a margine della 66/a assemblea generale a Berlino. Bisignani lascerà nel 2011 il vertice della Iata. Quando è stato nominato nel 2002, doveva "rimanere solo cinque anni – ricorda -, poi ne sono stato altri tre e infine ancora uno. Ora basta – dice – cambio vita e vivrò fra Roma, che è la mia città, e Londra dove ho una casa, dove ho vissuto e lavorato". Top secret su ciò che farà in futuro ma "non fonderò una nuova compagnia aerea", dice ai cronisti che ipotizzano questa strada, "visto che dico che ce ne sono troppe", e "non volerò più 60 ore al mese" come ora con tappe fisse a Pechino, Singapore, Ginevra Montreal e Usa. Bisignani ha ricordato che di cielo unico europeo "se ne parla dal 1991, quando si diceva che sarebbe stato avviato entro tre anni, ma siamo al 2010 e ne parliamo ancora. Vogliamo una data, non servono né soldi né tecnologie, si risparmierebbero 6 miliardi di dollari centralizzando il controllo del traffico aereo di più Paesi".