Tante piccole gemme fatte di viuzze e chiesine, di panorami sul verde o di scorci sul mare, di piccoli musei e di negozietti, di profumo di pane sfornato o di piatti tipici introvabili altrove, di tradizioni e di memorie. Sono oltre 3mila e 800 i comuni delle aree interne, circa la metà del totale di quelli italiani, e comprendono quasi un quarto della popolazione (poco meno di 14 milioni di residenti). Per la maggior parte si trovano in zone rurali (oltre l’80%), sono collocati soprattutto al Sud (il 67%) e sono principalmente sotto i 5 mila abitanti (per quasi l’80%).
Sono territori con grandi potenzialità, soprattutto per il turismo, ma che vengono “frenati” da una serie di svantaggi in termini di mobilità che ne limitano l’accesso ai servizi essenziali e la crescita di attività economiche. L’allarme arriva da un’indagine di Confcommercio, realizzata in collaborazione con Isfort. Il 77% dei comuni delle aree interne è a vocazione turistica. Un universo di quasi 3 mila comuni, maggiore al Centro-Nord, in cui vive il 91% della popolazione complessiva di questo segmento del Paese. Propensione turistica spesso misurata non solo da fattori primari, come le condizioni ambientali o il patrimonio storico, artistico e culturale, ma anche dalla presenza di strutture ricettive, musei e visitatori. In questo senso, esempi eclatanti sono le aree alpine e le zone del Centro Italia. Nel Mezzogiorno e nelle Isole, invece, sono soprattutto comuni costieri che, e può sembrare un paradosso, rientrano nelle aree interne per le condizioni di perifericità.
Bisogna ridurre il gap rispetto alle aree più centrali del Paese per via di una accessibilità limitata che penalizza le possibilità di sviluppo delle aree interne e l’ingresso nel mercato turistico internazionale. I comuni delle aree interne – secondo Confcommercio – contribuiscono ad appena il 17,4% della mobilità italiana, misurata in passeggeri per km, quasi tutto imputabile a quelli turistici.
In particolare, tra i punti di debolezza si segnalano la forte dipendenza della popolazione dall’uso dei mezzi di trasporto privati (circa l’80%), l’inefficienza del trasporto pubblico locale, anche se il settore delle autolinee commerciali mostra segnali di dinamicità, e l’inadeguatezza del trasporto ferroviario. A riprova del fatto che circa il 90% della popolazione di questi territori non utilizza né l’autobus né il treno.