La cosiddetta ‘tassa Airbnb’ introdotta dal governo Gentiloni avrebbe portato nelle casse dello Stato solo 19 milioni di euro. Ecco perché il ministro delle Politiche agricole con delega al turismo, Gian Marco Centinaio,annuncia: “Bisogna assolutamente intervenire il più velocemente possibile. Ne abbiamo già parlato anche con gli uffici, soprattutto i nostri oltre che i loro: la situazione non può rimanere così com’è. Ci lavoriamo”. “Una proposta – prosegue il ministro – la voglio fare, a breve, entro settembre-ottobre. Anche perché è una settimana che sono ministro del turismo, prima lo vedevo da operatore. La mia opinione è che chi viene in Italia debba pagare le tasse in Italia e soprattutto che la questione su cui opera Airbnb debba essere regolamentata. Non si possono lasciare le praterie, né che ognuno faccia quello che vuole”.
“Già da tempo abbiamo inviato richiesta di incontro a diversi esponenti del nuovo governo per presentare un’ipotesi di riforma di una norma che per come è oggi, è evidente, non può funzionare. Come ha ricordato proprio stamani l’Autorità garante della concorrenza nella sua relazione annuale, la ‘tassa Airbnb’ è inidonea rispetto ai fini, lede la concorrenza e danneggia i consumatori”, replica Matteo Frigerio, Country Manager di Airbnb Italia.
“Con la nostra proposta, che tiene in conto del funzionamento delle piattaforme ed è in linea con l’accordo di collaborazione che abbiamo raggiunto di recente con il governo danese, si tutelano i proprietari di casa, consentendo maggiore gettito e trasparenza in un mercato affetto non da poche, ma da troppe e confuse regole. Speriamo – conclude Frigerio – che si possa aprire presto una fase di confronto, per superare lo stallo attuale, e tornare a concentrarci sullo sviluppo turistico del paese”.