mercoledì, 18 Dicembre 2024

Turismo sportivo, un business ancora inesplorato

I viaggiatori per sport sono più di 11 milioni con una spesa di 9 miliardi di euro e con 60 milioni di pernottamenti. Sono questi alcuni dati presentati nell’ambito della tavola Rotonda “Il turismo sportivo tra impresa e sviluppo”, organizzata da Federturismo Confindustria e CSAIn (Centri Sportivi Aziendali e Industriali) nell’ambito di WST Show, la prima Fiera del Turismo Sportivo e Accessibile, che testimoniano quanto il turismo sportivo costituisca una valida alternativa alla tradizionale vacanza “spiaggia, sole, mare”, permettendo di sfruttare alcuni fattori “attrattivi” del territorio tutto l’anno in chiave di destagionalizzazione dei flussi turistici.

“Lo sport rappresenta un punto di forza per il successo competitivo di una località – ha dichiarato la vice presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli – ma ad eccezione di alcune Regioni particolarmente virtuose, come il Trentino Alto Adige, il Veneto e l’Emilia Romagna che vi investono risorse economiche ed organizzative, l’Italia non ha ancora attribuito al turismo sportivo l’importanza che invece, come dimostrano le cifre intorno a cui ruota il suo business, meriterebbe”.

“Il turismo sportivo rappresenta una grande opportunità di business ancora non opportunamente utilizzata da tutte le agenzie di viaggi italiane – ha affermato Domenico Pellegrino, presidente AiDIT, Associazione Italiana Distribuzione Turistica e Ceo Gruppo Bluvacanze -. Non dobbiamo immaginare solo i grandi eventi di carattere internazionale, ma le regolari attività che quotidianamente questo settore genera. Spettatori, gruppi di atleti e corporate rappresentano una nicchia di mercato e, allo stesso tempo, un target di alto valore in continua crescita non solo in Italia ma anche in Europa e nel mondo. È proprio in questo modo che il turismo sportivo diventa impresa, andando a personalizzare un’offerta dedicata con servizi di alto valore ed esperienze uniche per i clienti. Chi sarà in grado di andare ad intercettare questo mercato potrà avere un vantaggio competitivo sulla concorrenza”.

Per Valeria Ghezzi, presidente dell’Associazione Nazionale Esercenti Funiviari, “la filiera del turismo sportivo è fondamentale per l’economia dei territori di montagna, poiché oltre a valorizzare l’ambiente garantisce lo sviluppo delle terre alte, basti pensare alle numerose professionalità che ruotano intorno allo sport per rendere la vacanza attiva alla portata di tutti, e non solo dei grandi sportivi, in ogni stagione”.

“Attraverso lo sport stiamo dando vita a una rivoluzione culturale silenziosa. Uno dei nostri obiettivi è infatti quello di cambiare la percezione della disabilità nel Paese e di promuovere una cultura dell’integrazione e dei diritti. Vogliamo rappresentare un pezzo di welfare del nostro Paese.  Attraverso lo sport possiamo lanciare fra i giovani messaggi e valori importanti per la società. C’è ancora tanto da fare”, ha concluso Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico.

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