venerdì, 22 Novembre 2024

Ue spaccata sui visti russi, Parigi e Berlino dicono no

L’Unione Europea riprende i lavori dopo la pausa estiva sotto l’egida della presidenza ceca, che debutta a Praga con l’informale Esteri-Difesa. Il menù è sempre lo stesso: la crisi ucraina, nelle sue varie declinazioni. E sulla più spinosa misura in agenda – ovvero lo stop ai visti turistici per i russi, ormai battezzata come para-sanzione – l’unità manca, con Parigi e Berlino capofila di quei Paesi che reputano la mossa “controproducente”. Alla vigilia del vertice, infatti, i dioscuri dell’Ue hanno fatto circolare un memorandum in cui chiedono sostanzialmente di non chiudere totalmente la porta. “Dobbiamo lottare strategicamente per i ‘cuori e le menti’ della popolazione russa, almeno per i segmenti non ancora completamente estraniati dall’Occidente”, si legge nel documento. Se si facesse come chiede l’alleanza composta da Baltici, Polonia e Finlandia, sostengono le due capitali, si farebbe un regalo alla “narrazione del Cremlino”, mentre invece è necessario colpire quella parte di élite che sostiene la guerra, anche “inasprendo le sanzioni”.

Ma il nervo è senz’altro scoperto. Mosca segue la partita da vicino e ha minacciato “ritorsioni” se l’Ue farà scattare il divieto. Pure il grande ex Dmitry Medvedev, ormai riciclatosi in caustico dichiaratore su Telegram, ha lanciato i suoi strali: “Che introducano rapidamente un divieto totale sull’emissione dei visti, così finalmente tutti si convinceranno di qual è l’atteggiamento dell’Europa nei confronti dei cittadini russi”.

Come sempre c’è pronto un punto di caduta. La soluzione, avanzata a quanto pare dalla Germania, è quella della sospensione dell’accordo di facilitazione dei visti del 2007. I costi aumenterebbero (per i russi) e i visti turistici sarebbero più complicati da ottenere. La porta, però, resterebbe aperta. O meglio, socchiusa. Perché già ora, dopo l’ondata di espulsioni reciproche di personale diplomatico, l’emissione dei titoli di viaggio in Russia (ricorda un funzionario Ue) “procede molto a rilento”.

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