“A fronte della forte criticità della compagnie aeree, stiamo vivendo anche una forte criticità delle infrastrutture aeroportuali italiane”. Lo ha detto il vicepresidente di Assaeroporti Fulvio Cavalleri intervistato da Class Cnbc. “L’anno scorso abbiamo movimentato 193 milioni di passeggeri. Se facciamo una stima di quella che potrebbe essere la perdita del traffico da marzo a ottobre, sempre che sia questa la data prevista per una ripresa, vuol dire che soltanto in questo periodo sono 130 milioni di perdita di passeggeri sul 2019. E quando si riprende ci sarà una ripresa lenta, per motivi economico e sociali”, ha aggiunto, sottolineando che “vediamo con grande apprensione questo periodo, perché a fronte di ricavi zero ci sono costi non comprimibili”.
Assaeroporti, ha aggiunto Cavalleri, ha “una serie di richieste che formuleremo a breve per il decreto di aprile: il ricorso massiccio agli ammortizzatori sociali; l’alimentazione del Fondo del traffico aereo; la sospensione del pagamento dei canoni concessori e la soppressione dell’Ires; l’eliminazione di tasse che non riguardano il trasporto aereo come l’addizionale comunale; e il differimento di modifiche non necessarie al quadro regolatorio per consentire agli aeroporti di risparmiare fieno in cascina e resistere fino a quando ci sarà questa ripresa”.
Ma ovviamente la crisi non riguarda solo l’Italia. Solo martedì 24 marzo hanno volato nei cieli del continente 6.268 velivoli, “oltre il 77% in meno” (-21.254) rispetto a un anno fa, secondo quanto comunica su Twitter Eamonn Brennan, direttore generale di Eurocontrol. Il dato segna un’ulteriore diminuzione rispetto a lunedì, quando in Europa erano decollati e atterrati 6.837 aerei, il 75,9% in meno del 2019.