Ryanair oggi ha confermato di aver siglato il primo accordo di riconoscimento sindacale per il proprio personale di bordo italiano con Anpac (Associazione professionale aviazione civile) e Anpav (Associazione professionale assistenti volo) che saranno i rappresentati del personale di cabina Ryanair impiegato in Italia. Questo accordo – si legge in una nota di Ryanair – fa seguito alle lunghe negoziazioni con le due sigle professionali avviate dall’annuncio di Ryanair a dicembre 2017 relativo al riconoscimento dei sindacati ai fini di una contrattazione collettiva.
“Ryanair accoglie con favore l’impegno positivo e costruttivo di Anpac e Anpav che ha portato alla firma del primo accordo di riconoscimento del personale di bordo in Italia, dove attualmente si contano oltre 80 dei circa 400 aeromobili della flotta di Ryanair e circa il 20% del personale di cabina della compagnia”, prosegue la nota. L’intesa segue quella siglata a marzo con Anpac per il riconoscimento dei piloti.
Polemiche invece le segreterie nazionali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, che “stigmatizziamo l’approccio inaccettabile con il quale Ryanair continua ad affrontare le relazioni industriali in Italia”.
“In Italia – sottolineano i sindacati – una preponderante percentuale degli equipaggi di volo ci ha conferito delega, affinché venisse instaurato un confronto serio con la società, nel rispetto dei ruoli e dei diritti che la legislazione del nostro Paese riconosce ai lavoratori. Ciò nonostante Ryanair persiste nel dialogo esclusivamente con sindacati scelti sulla base della propria discrezionalità, negando il confronto e non ottemperando alla richiesta di applicazione della legge italiana. La trattativa separata tra piloti ed assistenti di volo, con interlocutori sindacali scelti dal datore di lavoro, che rappresentano solo una parte dei lavoratori, consegna il mandato dei lavoratori nelle mani della compagnia e disconosce quanto previsto dalla nostra Costituzione. Infine, non rispettando il principio di rappresentatività, Ryanair si fa beffa delle leggi del nostro Paese. Nell’interesse dei lavoratori e del bene del Paese respingiamo il diktat di Ryanair e siamo pronti ad attuare ogni azione idonea e necessaria per la difesa dei lavoratori tutti. Chiediamo, nel solco del cambiamento, l’intervento tempestivo del nuovo Governo”.