Meno strade, meno ferrovie e meno aeroporti. Questo è il Sud delle infrastrutture, perennemente a segno meno rispetto al resto del Paese. Un divario che negli ultimi 10 anni si è persino ampliato secondo uno studio di Unioncamere-Istituto Tagliacarne nel quale il dato certamente più preoccupante è l'ampliarsi del divario Nord-Sud. Alla faccia del cosiddetto obiettivo "Convergenza" della politica regionale europea che stanzia svariati miliardi per accelerare il processo di sviluppo delle regioni dell'Unione più arretrate e portarle allo standard europeo. Prendendo in considerazione la rete stradale, il Sud si trova con un divario del 28,6% rispetto al Nord-Ovest e del 20,2% rispetto al Centro-Nord. E la situazione e persino peggiorata negli ultimi dieci anni con una percentuale passata dal 91,8% all'87,1% (fatto 100 la media Italia). La situazione è ancora più negativa se si passa alla rete ferroviaria dove il gap arriva al 29,7% rispetto al Centro-Nord e schizza al 46,3% rispetto al Centro. Oltre al dato numerico bisogna poi sottolineare che l'alta velocità si ferma a Salerno e appare impossibile ipotizzare un Frecciarossa a Reggio Calabria o a Palermo. Se strade e ferrovie vanno male, anzi malissimo, gli aeroporti stanno peggio. Qui il divario con la situazione nazionale sfiora il 40% e arriva al 60% se il raffronto è con il Centro-Nord. Unica voce dove il Mezzogiorno sale sopra la media italiana, e ci mancherebbe vista la lunghezza delle sue coste, sono le infrastrutture portuali. Tuttavia anche qui il suo +6,6% è nulla rispetto al +72,1% del Nord-Est.