Scioperi e proteste non fermano la decisione della Commissione Ue di accelerare sulla realizzazione del 'Cielo unico europeo'. Allo studio c'è un pacchetto di misure per l'integrazione dello spazio aereo europeo, la separazione tra controllori di volo e supervisori, e l'apertura alla concorrenza dei servizi supplementari di controllo. Il rischio, a fronte di uno spazio aereo la cui gestione costa già il doppio di quella degli Usa, è che i costi lievitino ancor più nei prossimi anni e si arrivi nel 2050 alla congestione degli aeroporti Ue.
Non c'é "nessuna privatizzazione", ha affermato il commissario Ue ai Trasporti Siim Kallas, facendo riferimento alle critiche dei controllori di volo francesi in sciopero in questi giorni, e alla richiesta di Francia e Germania di rinviare le misure. "Noi proponiamo solo modesti cambiamenti che entreranno in vigore nel 2020" e in questo lasso di tempo, ha aggiunto Kallas, "riteniamo che la capacità ulteriore che si creerà negli aeroporti porterà anche nuovi posti di lavoro".
Già oggi a causa dello spazio aereo europeo diviso in 27 spazi nazionali un aereo percorre in media 42 km più del necessario, e nei prossimi 10-20 anni si prevede ancora un aumento del 50% del numero dei voli. Queste inefficienze comportano costi aggiuntivi di circa 5 miliardi di euro all'anno, di fatto pagati dai passeggeri con un costo pari al 6-12% del biglietto. La Commissione aveva per questo lanciato già a fine anni '90 il primo pacchetto per il 'Cielo unico europeo', che però, come ha riconosciuto lo stesso Kallas, "é come un miraggio nel deserto, più ti sembra di avvicinarti e più si allontana". Da qui l'iniziativa per accelerare il secondo pacchetto di misure.