L’Ue valuta la possibilità, negli accordi commerciali che intende negoziare con i paesi terzi, in particolare Golfo, Asia e Turchia, di derogare alla regola che obbliga in caso di fusioni le compagnie aeree europee a restare in mani Ue. Ma solo, però, se nel quadro complessivo dell’intesa verrà innanzitutto garantita la reciprocità di accesso al mercato, e una serie di altri impegni che vanno dai livelli di occupazione alle rotte.
La soglia massima del 49% delle quote di proprietà extra-Ue potrebbe quindi di fatto essere in un futuro superata, anche se le regole Ue continuano a restare in vigore. E’ quanto emerge dalla comunicazione della Commissione Ue sull’aviazione.
“Gli investitori stranieri possono investire nelle compagnie aeree Ue ma non possono superare il 49% della proprietà, mentre il controllo della società deve restare in mani Ue”, si sottolinea nel testo di Bruxelles. Questi requisiti devono però essere esaminati “alla luce” della “importanza commerciale e finanziaria di molte compagnie aeree e i loro significativi bisogni finanziari per operare in modo efficiente in un ambiente altamente competitivo”.
L’intenzione è quindi, all’orizzonte del 2017-2018, di compiere uno studio sul regolamento 1008/2008 in cui vi sono le regole su proprietà e controllo, e poi proporre linee guida interpretative per la loro applicazione in modo da fare più chiarezza legale.