Successo per l’Enit alla TT Warsaw, che si è svolta dal 21 al 23 novembre nell’edificio-simbolo di Varsavia, il monumentale Palazzo della Cultura e della Scienza. Presenti allo stand Italia le regioni Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Sardegna, Umbria.
La partecipazione a quella che è considerata una delle più importanti fiere del turismo in Polonia è stata l’occasione per diffondere alcuni dati sul turismo polacco in Italia. Si scopre così che con oltre 5,7 milioni di presenze negli esercizi ricettivi italiani, la Polonia occupa l’ottava posizione tra i paesi di origine di questi flussi verso l’Italia (+3,9% nel 2018 sul 2017).
Nella TOP 5 delle regioni di destinazione troviamo Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia, Toscana e Lazio. Tutte insieme rappresentano il 65,8% del totale presenze. Interessanti aumenti per Lazio (+18,3%), Campania (+60,5%), Puglia (+24,5%) e Umbria (+22,6%).
In merito alla tipologia di alloggio, le scelte di questo mercato sono orientate maggiormente verso la ricettività alberghiera, dove si concentra il 61,2% delle presenze totali e si rileva l’incremento più elevato nel 2018 sul 2017 (+5,2% vs +2% negli esercizi extralberghieri).
I viaggiatori polacchi hanno speso 721 milioni di euro in Italia nel 2018, il 10,4% in più rispetto al 2017. Le Regioni maggiormente interessate dalla spesa sono Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Lazio e Toscana. Insieme rappresentano il 68,3% della spesa totale.
L’albergo/villaggio turistico è la tipologia di alloggio dove si rileva la quota di spesa più elevata: con 303 milioni di euro, rappresenta il 42,1% del totale. Segue la sistemazione nelle case in affitto, 104 milioni di euro per una quota parte del 14,4% e l’ospitalità di parenti e amici, 69 milioni di euro per il 9,6% del totale.
Sempre in termini di spesa, la tipologia di vacanza più apprezzata in Italia dai turisti polacchi è quella culturale: 139 milioni di euro nel 2018, il 19,3% del totale. Gli introiti per la vacanza balneare e per quella montana ammontano rispettivamente a 116 milioni di euro, (il 16,1% del totale) e 80 milioni di euro (l’11,1%).