Tornelli, ticket, conta-persone, prenotazioni, numero-chiuso: contro l’invasione turistica della prossima estate nelle città d’arte italiane si affilano le ‘armi’, tecnologiche e normative, per evitare che i monumenti scoppino. A fare da apripista è Venezia, che per la prima volta, con un documento di indirizzo della Giunta Brugnaro, sperimenterà i conta-persone nei punti nevralgici di arrivo. Contemporaneamente studierà l’applicazione del numero chiuso e dei ticket per Piazza San Marco. L’idea, proposta dal consulente turistico veneziano, Marco Scurati, è quella di fissare un limite massimo di carico nell’area marciana (65mila persone giornaliere), facendolo rispettare con un filtro a monte, nel momento in cui il turista prenota il viaggio a Venezia: se la piazza sarà overbooking, saprà che non potrà avere il libero accesso, e gli verranno proposte soluzioni alternative; ad esempio l’acquisto dei biglietti dei musei, che renderanno l’area marciana disponibile. Agli escursionisti – chi pernotta in hotel paga già la tassa di soggiorno – verrebbe chiesto un ticket d’ingresso, il costo potrebbe essere di 5 euro. Un modo, secondo Scurati, per far scendere la pressione nel salotto di Venezia di almeno 4 milioni di persone.
Soluzioni che però non sembrano fare proseliti fuori della laguna. Il vicesindaco e assessore alla cultura di Roma, Luca Bergamo, è categorico: “assolutamente no. A Roma non è previsto nulla di tutto ciò”. Al massimo un progetto di sensibilizzazione per romani e turisti che faccia conoscere le bellezze storiche e culturali della Città Eterna diffuse in tutto il territorio, non solo nel centro. Approccio diverso anche a Firenze, dove il sindaco Dario Nardella spiega come si stia sperimentando la scelta di colpire soprattutto i pullman che portano i gruppi giornalieri. “Riteniamo che si debba partire da qui – dice Nardella -, stangando i bus che portano un turismo mordi e fuggi, che non serve né all’economia turistica né alla valorizzazione culturale”.
Il piano-Venezia non convince neppure Federalberghi. Se ne può discutere, osserva il presidente Bernabò Bocca, “sicuramente il sovraffollamento è un problema, ma bisogna dare priorità a chi dorme e soggiorna nelle città d’arte”. Contrario anche il presidente di Assoturismo Claudio Albonetti: “L’ipotesi del ticket, francamente, mi sembra una sciocchezza: dopo la tassa di soggiorno e quella di sbarco, è un nuovo modo per frenare il turismo ed i turisti. Ricordo inoltre che Venezia è una città che vive di turismo: immaginate una Venezia priva di turisti per dieci anni. Sarebbe la più grande e paurosa catastrofe economica che possa accaderle”.
Il problema è ben in vista nell’agenda del Mibact. Secondo il ministro Dario Franceschini “il ticket per entrare nelle città è una cosa sbagliata, perché devono restare aperte e libere. Ma dei regolatori d’accesso che evitino sovraffollamenti insostenibili in luoghi d’arte che rischiano di essere travolti da troppo turismo, sono una cosa ragionevole. Peraltro già sperimentata all’estero. Fontana di Trevi, Piazza San Marco, il Ponte Vecchio hanno una capacità di carico finita. Vanno tutelati “.