La crisi economica, insieme al cambio sfavorevole, è il primo imputato per il vistoso calo del turismo Usa nel Belpaese. Ma non è il solo. Almeno secondo l'indagine "L'Italia secondo i giovani americani" realizzata dalla Fondazione Italia Usa e Loyola University. Se la perdita di appeal è dimostrata dai dati – nel 2007 l'Italia aveva una quota di mercato pari al 19,3% dell'intero turismo americano all'estero, nel 2009 questa percentuale è scesa al 17,5% – le ragioni sono più d'una. Da non trascurare, ad esempio, è il problema della sicurezza all'estero, soprattutto dopo l'11 settembre. Le minacce del terrorismo in Europa sono segnalate dal 6% del campione, ma si temono anche, più banalmente, borseggi, furti d'auto e scippi.
Ma dallo studio emergono pure deterrenti inaspettati. L'instabilità politica italiana percepita, ad esempio. Le azioni politiche di Silvio Berlusconi hanno causato manifestazioni nonché reiterate richieste di dimissioni e oltreoceano é rimbalzata l'immagine di una città come Roma messa a ferro e fuoco durante le manifestazioni di dicembre. Ma non solo. Persino i fatti di cronaca possono incidere nella scelta della meta turistica. Quanto si è chiesto agli studenti se il recente processo di Amanda Knox avrebbe potuto influenzare la decisione di studiare in Italia, il 13% ha risposto che l'avrebbe condizionata e il 47% che conterebbe per la loro scelta ‘un po'. E allora cosa far per far tornare la voglia d'Italia? Sicuramente promuovere meglio il Belpaese. Secondo i ricercatori, infatti, se le immagini del Padrino e della mafia non saranno sradicate con iniziative di comunicazione, non basteranno né la ripresa economica né garanzie di sicurezza internazionale ad attrarre un più largo numero di americani nella Penisola.