martedì, 19 Novembre 2024

Viaggiare in Sicurezza, Israele apre ai non vaccinati, fine obblighi in Regno Unito

E’ allarme nel Regno Unito per Elisabetta II, 96 anni ad aprile, testata positiva al Covid proprio mentre l’isola si appresa a dichiarare di fatto, prima nazione al mondo, la fine della fase acuta della pandemia con la revoca dell’obbligo di quarantena domiciliare imposto da due anni per legge a tutti i contagiati. Il premier Boris Johnson ha infatti formalizzato nelle medesime ore l’intenzione – preannunciata tempo fa in Parlamento – di provare a voltar pagina definitivamente già da questa settimana sulla fase emergenziale della pandemia: facendo leva sulla conferma del calo consolidato di tutti gli indicatori sul Covid – ricoveri ospedalieri in testa – e sull’immunizzazione di massa favorita da guarigioni e terze dose dei vaccini per abolire a partire dall’Inghilterra il diktat dell’isolamento vincolante delle persone infettate e sostituirlo con una una più ordinaria raccomandazione, come accade nelle comuni sindromi influenzali. Inoltre, verrà interrotta anche la distribuzione gratuita a pioggia da parte del servizio sanitario nazionale (Nhs) dei kit per i test antigenici. L’obiettivo, nelle parole di un’intervista alla Bbc di Johnson, è tornare a incoraggiare “la responsabilità individuale”.

Intanto, come preannunciato qualche giorno fa, dal 1 marzo Israele – a fronte del calo dei contagi – cambierà le regole di ingresso nel Paese aprendo anche ai non vaccinati, come non era finora. Tuttavia per gli stranieri in arrivo  occorrerà un tampone molecolare sia prima della partenza sia all’arrivo all’aeroporto Ben Gurion, mentre per gli israeliani di ritorno basterà solo il tampone in aeroporto.

Nel frattempo, l’Australia, dopo due anni, apre i suoi confini a tutti i turisti vaccinati dal Covid. “L’attesa è finita”, ha detto il primo ministro Scott Morrison durante una conferenza stampa, alla vigilia della riapertura. “Fate le valigie”, ha detto ai potenziali visitatori. Il primo volo per Sydney arriverà da Los Angeles, seguito dagli arrivi da Tokyo, Vancouver e Singapore. Si prevede che solo 56 voli internazionali atterreranno in Australia nelle 24 ore successive alla riapertura, molto al di sotto dei livelli pre-pandemia, ma Morrison ha detto di non avere “dubbi” sul fatto che il numero aumenterà nel tempo.
L’Australia ha chiuso i suoi confini a quasi tutti tranne cittadini e residenti nel marzo 2020 nel tentativo di rallentare l’aumento dei casi di Covid-19. Il divieto di viaggio – che imponeva anche agli australiani di non andare all’estero senza esenzione e imponeva un limite rigoroso agli arrivi internazionali – è valso al paese il soprannome di “Fortezza Australia”. Morrison ha ricordato che il turismo ha “sopportato il peso maggiore di questa pandemia” e ha ringraziato il settore. La riapertura, in realtà, non riguarderà tutto il Paese, per l’Australia occidentale l’appuntamento è rimandato al 3 marzo (vedi news).

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