“Il Ministero del Turismo è una start up, con tutte le difficoltà del caso, ma sono ottimista di natura” così Massimo Garavaglia, ministro del Turismo, ha esordito intervenendo al convegno organizzato dall’Associazione Internazionale dei Cavalieri del Turismo dal titolo ‘Per l’Italia! 100 giorni dalla ripresa del Turismo: fatti, idee e progetti’ per fare il punto sulla situazione del turismo post Covid con i principali protagonisti del settore.
“L’istituzione di un ministero dopo 30 anni di assenza implica rivedere equilibri consolidati in tanto tempo – ha argomentato il ministro -. In questi primi 100 giorni e poco più di attività abbiamo innanzitutto eliminato la frammentazione orizzontale che c’era nell’essere divisi tra due dicasteri e abbiamo superato la frammentazione verticale di competenze che può determinarsi tra le regioni, tra le quali è fondamentale collaborazione leale, come è avvenuto con la banca dati delle strutture ricettive, che, bloccata per oltre 10 anni, ora diventa finalmente operativa. O come deve avvenire per la promozione del brand Italia. L’obiettivo del ministero – ha sottolineato Garavaglia – è far guadagnare quote di mercato all’Italia nel mondo e far aumentare la marginalità degli operatori”.
E se Marina Lalli, presidente di Federturismo, ha ribadito l’importanza di un “approccio coordinato a livello nazionale e internazionale” per una reale ripresa dell’attività, cauto ottimismo ha espresso il presidente dell’Enit Giorgio Palmucci. “Il turismo intercontinentale stenta ancora a ripartire, ma registriamo un’accelerazione delle partenze estive di prossimità. Stanno soffrendo particolarmente le città d’arte, confidiamo però in settembre e già nelle ultime settimane molti alberghi di molte città hanno iniziato a riaprire. Un recentissimo sondaggio che abbiamo realizzato tra più di 3000 famiglie italiane rileva che il 35% ha già prenotato una vacanza al 94% in Italia; il 36% sta ancora decidendo dove prenotare; il 30% non potrà partire. Inoltre, se ancora le rotte intercontinentali sono pressoché ferme, sappiamo con certezza che c’è molto desiderio di venire nel nostro paese: l’Associazione americana dei tour operator ci ha scritto che la prima destinazione a cui pensano i turisti Usa è l’Italia”.