I flussi turistici verso Torino sono tornati ai livelli che si registravano negli anni pre-Covid19. Lo evidenzia l’indagine semestrale condotta da Federalberghi Torino che, tra gennaio e giugno, rileva un’occupazione media del 70%. Si tratta di numeri molto simili a quelli del 2019, ultimo anno prima del periodo pandemico e pietra di paragone per valutare lo stato di salute del turismo torinese.
Nei primi 6 mesi, confrontati con lo stesso periodo del 2019, spicca il dato di febbraio e di giugno che fanno registrare un +3/+4% mentre maggio si è chiuso con un’occupazione media dell’80%, grazie al Salone del Libro, alle Super Finals di volley, al Giro d’Italia e agli altri eventi organizzati. Sostanzialmente in linea con il 2019 i mesi di marzo e aprile.
I dati certificano che Torino è diventata a tutti gli effetti una méta turistica e che la destagionalizzazione degli eventi agisce da volano per i flussi turistici, nonostante una normalizzazione fisiologica della curva di crescita e una stabilizzazione dell’effetto rimbalzo sperimentato a partire dalla primavera dello scorso anno, terminata l’emergenza pandemica. Il 2023 potrebbe quindi costituire il nuovo parametro di riferimento per monitorare l’andamento dei flussi turistici ma l’Associazione di categoria sottolinea la necessità di programmare già da ora i prossimi 12-24 mesi al fine di incrementare i flussi e consolidare il posizionamento di Torino sul mercato turistico nazionale e internazionale.
Sui bilanci delle imprese e sulla futura crescita del turismo in città pesano tuttavia l’inflazione ancora molto alta e il rialzo dei tassi di interesse.
“I dati del primo semestre confermano quello che ci attendevamo alla vigilia del 2023, un anno di vera ripresa e ripartenza per il comparto turistico-ricettivo provinciale – dice Fabio Borio, presidente di Federalberghi Torino – i numeri sono ormai molto vicini a quelli dello stesso periodo del 2019 e certamente il trend verrà confermato anche nel secondo semestre, questo ci permetterà di chiudere l’anno con numeri incoraggianti ma non possiamo accontentarci e dobbiamo lavorare da subito al futuro, strutturando una programmazione pluriennale degli eventi e continuando a investire sulla promozione della destinazione attraverso tutti i canali a disposizione”.