lunedì, 23 Dicembre 2024

Aeroporto Comiso porta nuovo reddito e turisti esteri al territorio ibleo

L’aeroporto di Comiso giova all’economia ragusana. È quanto hanno dimostrato Francesco David e Giuseppe Saporito, ricercatori della Banca d’Italia di Palermo che con uno studio ad hoc, il primo del genere in Italia, hanno voluto dimostrare l’impatto di un nuovo aeroporto sui flussi turistici internazionali. Lo scalo, aperto nel 2013, infatti ha permesso di incrementare il reddito mensile della provincia di Ragusa di 434 mila euro generando un flusso aggiuntivo di turisti stranieri del 20% pari a 5.100 persone.

Secondo i due ricercatori, come riporta l’Italpress, nel caso di Comiso, bisogna tenere conto della scarsa efficienza dei collegamenti di terra che esalta il ruolo dell’aereo unito all’elevato potenziale turistico. Ragusa infatti non è collegata alla rete autostradale e i collegamenti ferroviari sono scarsi.

“L’apertura del nuovo scalo – spiegano gli autori – è stata accolta positivamente dagli operatori economici e dall’opinione pubblica locali, che vedevano nell’aeroporto il mezzo per superare la marginalità geografica e sfruttare appieno il potenziale turistico dell’area”.

Il primo volo di linea è stato effettuato il 7 agosto del 2013 e nel 2016 il traffico passeggeri ha raggiunto le 460 mila unità, con un’incidenza dei passeggeri su voli internazionali pari al 35,9% (27,3 la media regionale). Il traffico internazionale è costituito per la quasi totalità da voli di linea operati da Ryanair, e per la restante parte da voli charter spesso attivati di concerto con tour operator.

Tra il 2009 e il 2015 le presenze di turisti in provincia di Ragusa si sono complessivamente ridotte (-0,4% in media all’anno; 0,9 in Sicilia): le presenze di stranieri, cresciute moderatamente fino al 2012, hanno accelerato dopo l’apertura di Comiso, a fronte di una continua riduzione delle presenze di italiani sia in Sicilia sia nel complesso del Mezzogiorno. Lo studio si conclude con un’avvertenza: le rilevazioni sono limitate ai turismo internazionale perché è l’unico realmente misurabile. I flussi nazionali, infatti, sono troppo confusi. Difficile quindi quantificare i risultati.

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