venerdì, 22 Novembre 2024

Schifani e Riggio d’accordo su privatizzazione scali

“Oggi tutti i più grossi aeroporti d’Italia sono privatizzati e funzionano. Privatizzazione significa superare il sistema di controlli sugli acquirenti. La logica del governo da me guidato è quella di seguire questo percorso. È aumentata l’esigenza di rafforzare le infrastrutture degli aeroporti per renderli più competitivi ma serve chi investe e a investire sono i privati”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, a margine di un evento ad Agrigento.

“La logica è privatizzare Palermo e Catania. Su Trapani si è fatta una polemica ma ho chiarito che non è in vendita in questo momento, poi si vedrà anche perché porta utili – ha aggiunto Schifani -. Quando si avvierà il processo di privatizzazione parleremo anche di Trapani. È chiaro che l’aeroporto di Trapani non va svenduto. Stiamo lavorando sui collegamenti Palermo-Trapani per puntare su un unico hub aeroportuale. Su Comiso mi sto impegnando per fare in modo che possa essere al servizio del settore ortofrutticolo e del florovivaismo. Stiamo lavorando per fare di Comiso un aeroporto cargo. Inseriremo nell’accordo del Fsc le somme per realizzare Comiso cargo e miglioreremo rete di accesso all’aeroporto”.

Un’opinione, quella sulla privatizzazione degli scali, che trova d’accordo Vito Riggio, amministratore delegato di Gesap, la società di gestione dell’aeroporto internazionale Falcone Borsellino di Palermo: “sulla privatizzazione è molto apprezzabile la posizione espressa dal presidente Schifani sulla necessità di ricercare un partner industriale per aeroporti che devono fare un grande volume di investimenti previsti dalla concessione statale, e tra questi c’è Palermo”.

Non ci stanno invece i sindacati: Gianluca Colombino, segretario generale di Legea Cisal, sindacato più rappresentativo nello scalo di
Punta Raisi, dice: “in una Sicilia ostaggio di mille emergenze, dalla siccità alla disoccupazione, il governatore Renato Schifani sembra avere un solo chiodo fisso: vendere la Gesap, col benestare di chi, invece, dovrebbe difendere gli interessi dell’azienda. Una scelta che, come diciamo da tempo, è fuori da ogni logica, dal momento che Gesap, quasi totalmente pubblica, macina utili e record di passeggeri e sta, con ammirevole sforzo, provando a tornare ai livelli pre-pandemici. A Schifani lo diciamo con chiarezza: giù le mani dall’aeroporto di Palermo. Anziché immaginare improbabili fusioni con l’Airgest di Trapani, cosa che danneggerebbe gravemente i conti di Palermo, o fare la guerra a
compagnie che garantiscono il 75% dei voli – continua Colombino – il Governo sostenga con convinzione i servizi a gestione pubblica e
promuova investimenti che migliorino i trasporti in Sicilia, combattendo il caro-voli con soluzioni realmente efficaci. Gesap è un patrimonio dei cittadini e vendere in questo momento sarebbe un errore imperdonabile; per reperire capitali si pensi semmai a una quotazione in borsa che eviterebbe di svendere la società e consentirebbe di mantenere il controllo pubblico, tutelando i lavoratori e i cittadini”.

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