È il turismo il settore più danneggiato dal sisma di Santo Stefano che ha colpito sei comuni del Catanese nella zona Pedemontana dell’Etna. Le cancellazioni hanno determinato una flessione di oltre il 50% nelle aree colpite direttamente dal terremoto e di quasi il 30% nelle altre zone etnee. Per gli albergatori è stato un salasso: molti turisti sono scappati la stessa notte del sisma, altri hanno cancellato le prenotazioni fino al punto di annullare il cenone di Capodanno e la relativa permanenza negli alberghi.
“C’è stato – dice al Sole 24 Ore Nico Torrisi, presidente di Federalberghi e amministratore delegato della Sac che gestisce l’aeroporto di Catania – un danno importante per il territorio a causa delle cancellazioni. È passato un messaggio un po’ esagerato sul sisma e nell’immaginario delle persone si è diffusa l’idea di un vulcano pronto a esplodere con virulenza mentre noi sappiamo che l’Etna ha altre caratteristiche e noi catanesi siamo anche abituati. Così tutti gli alberghi e le strutture della fascia pedemontana – prosegue – hanno avuto danni ma segnalazioni di disdette arrivano anche da strutture di altri versanti dell’Etna. Qualcuno – conclude – ha provato a far valere le cause di forza maggiore che però non esistono: l’aeroporto, per dire, è stato sempre aperto”.