martedì, 19 Novembre 2024

A Taormina sposarsi costa il doppio per i non residenti. Ma è polemica

Si chiamava ‘Lascia o Raddoppia’ il famoso gioco condotto da Mike Bongiorno e Taormina ha scelto di raddoppiare. Il Comune, infatti, ha deciso di aumentare tutte le tariffe per i non residenti, anche quelle applicate per chi sceglie la perla dello Jonio come location per il proprio matrimonio: i novelli sposi dovranno sborsare circa 1.600 euro,
anziché 800 euro.
La scelta è stata bollata come ‘demenziale’ dall’ex sindaco Mario Bolognari, ma che Cateno De Luca, alla guida
dell’amministrazione, spiega: “è vero tutto è raddoppiato come per esempio il biglietto per la funivia, abbiamo dovuto agire così per evitare il secondo dissesto finanziario; il primo da 12 milioni di euro è stato causato proprio da Bolognari, il quale prima di andarsene ha lasciato un buco nel bilancio di altri 5 milioni. Dimostrando di avere il senso delle istituzioni le opposizioni si sono astenute, Bolognari invece è andato via prima del voto finale”.
“Il provvedimento – afferma Bolognari – ha valore retroattivo, quindi anche per coloro che avevano sottoscritto un contratto e pagato un servizio. Una misura illogica, vessatoria e probabilmente illegittima – aggiunge Bolognari – Significa che due giovani che desiderano sposarsi a Taormina e non sono residenti devono pagare per una
cerimonia che dura circa mezz’ora una cifra spropositata”.
Per l’ex sindaco “si tratta di incidere su una risorsa economica che porta ricchezza alla città: alberghi, ristoranti, bar”.
Sono circa 80 i matrimoni di questo tipo e per il 60% riguarda stranieri “che portano a Taormina i loro invitati, con
un effetto molto positivo sull’economia locale”, prosegue Bolognari per il quale “è sbagliata la decisione di fare cassa
con questa misura. Ma ancor più sbagliato – sostiene – è applicare l’aumento anche a coloro che hanno prenotato e magari hanno già pagato 800 euro per sposarsi da oggi in poi e le prenotazioni sono circa una quarantina fino al 2024. Ora l’ufficio dovrà chiedere l’integrazione di altri 800 euro”.
Ma De Luca minimizza e cita il suo Comune, dove è nato e che ha amministrato in passato: “Sposarsi a Taormina non è la stessa cosa che farlo a Fiumedinisi, con tutto il rispetto”.

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