giovedì, 25 Aprile 2024

Chiude la riserva di Macalube dopo la morte dei due bambini

Chiude al pubblico la riserva della Maccalube di Aragona, nell’agrigentino, dopo aver ingoiato le vite di Laura e di Carmelo Raimondo, due fratellini di 7 e 9 anni, andati in gita con il padre Rosario Mulone, che si è salvato dall’esplosione. Era circa mezzogiorno di sabato 27 settembre quando un pezzo di terra, grande quanto un campo di calcio, si è “ribaltato”, come suggerisce il nome stesso del luogo: il termine Macalube (o Maccalube), che deriva dall’arabo Maqlùb, significa letteralmente “ribaltamento”. La terra ha tremato, una colonna di fango, secondo alcuni testimoni alta 40 metri, si è sollevata prima di ricadere, seppellendo i due bimbi e trascinando con sé anche il padre. Poco distante c’erano due coppie di turisti.

Intanto la procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta sulla riserva gestita da Legambiente. Tra il 2002 e il 2008, le maccalube sono state al centro di un fenomeno che ha prodotto profonde fenditure nel terreno e la formazione di una vasta collina a seguito di forti esplosioni. E anche lo scorso agosto la riserva è rimasta chiusa a causa di fenomeni che avrebbero potuto provocare il ribaltamento; successivamente, cessato il pericolo, è stata riaperta al pubblico. Adesso il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, ne ha ordinato la chiusura. “Capisco che il fenomeno dei vulcanelli attiri la curiosità dei turisti, ma la priorità è sempre la sicurezza dei cittadini – afferma Crocetta – Vogliamo capire se questa sicurezza è stata garantita fino ad oggi da chi ha gestito la riserva”.

“Non avevamo registrato un preallarme di alcun tipo, mezz’ora prima i nostri operatori erano sulla collina dei vulcanelli e tutto era normale. All’improvviso è accaduta la tragedia”, dice Mimmo Fontana, presidente regionale di Legambiente, e direttore della riserva, che sottolinea lo scarso interesse della Regione e scarsità dei fondi.

 

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